Altri personaggi
Gaetano Di Massa - Coreno Ausonio
Chi era: poeta e glottologo italiano
Nato a: Coreno Ausonio il 10 febbraio 1939 – Morto a: Pontecorvo, 11 giugno 2007
Poeta, glottologo, studioso di dialettologia. Laureato in Lingue, Letterature ed Istituzioni dell'Europa Occidentale, Sezione Romanza, presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli, ha insegnato Lingua e Letteratura Francese negli Istituti superiori di secondo grado nelle province di Novara e Frosinone.
Le sue opere sono state fondamentali nello studio del dialetto concernente le province di Latina e Frosinone, frutto di ricerca e di collaborazioni come quella del Prof. Ugo Vignuzzi, o quella del Senatore Giuliano Vassalli. Ha ideato "La Dame de Fer - Le petit journal des lycéens", di cui ha curato l'ultimo numero nel 2001. Negli ultimi anni di vita fu affetto da una cardiopatia, nonostante la quale lavorò alla realizzazione della prima bozza del Dizionario del dialetto corenese "Capabbàlle e caparràuthu la Serra". Ha collaborato con giornali e riviste culturali, come "Il Tempo", "La Serra", "Terra Nostra", "Spazio Comune", "Frammenti di cultura e arte".
Ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il "Premio della Cultura" della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Premio "Luci di Ciociaria 1995".
Opere
• "Poesia di un campionato di calcio" (1980);
• "Poeti della Ciociaria" (1984);
• "Una poesia per il Presidente Sandro Pertini" (1986);
• "I dialetti della Ciociaria attraverso la poesia" (1992);
• "Rapére la Serra" (1997);
• "Paoluccio e la storia del calcio a Pontecorvo" (1999);
• "Poesia del Liri" (2002).
Ha scritto una decina di raccolte di poesie inedite, come:
• "Poesie sul lago";
• "Poesie piramidali"
• "I colori rossoblu" (omaggio all'Arma dei Carabinieri);
http://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Di_Massa
Tommaso Lisi - Coreno Ausonio
Chi è: poeta
Nato a: Coreno Ausonio nel 1935
Sulla sua produzione letteraria hanno scritto, tra gli altri: L. Baldacci [La camera vuota della madre] «Sono davvero belle le tre ultime plaquettes. C’è forse qualche segno dell’epigrafismo caproniano, ma è inutile dire che c’è minore meccanicità e più strazio »; I. Calvino [Rodolfo] «Libro fine, sensibile, sommesso.»; P. Citati [Adolescenza] «Molta grazia di ombre e molta precisione di segno.»; E. Gioanola [Corrispondenza] «Amare, dunque, per esistere: questa appare la ragione profonda della poesia di L.»; C. Govoni [Ivana] «Opera di perfetta e squisita fattura »; M. Guglielminetti [Pensieri cattivi] «Libro intelligentemente presentato e, nel contempo, lucido e appassionato.»; M. Luzi [Liturgia familiare] «Poesie straordinariamente limpide, tirate con energia e con grazia sulla corda del sentimento e degli affetti, dominate dalla maturità, dal senso, tutto vissuto, del tempo.»; O. Macrí [La vocazione] «Racconto condotto con purezza di stile interno oltre che esterno.»; [Adolescenza] «Lieve rimpianto di madrigalismo da Anthologia Palatina novecentizzata.»; L. Pintor [Dieci romanzi...] «A parte la sua gentilezza nei miei confronti, imbarazzante, mi permetta di dirle che le sue lettere in versi sono molto belle.»; V. Sereni [Ivana] «Cosí penso che si compongano, o si componessero, quasi estemporaneamente, certe “cantate” d’amore.»; A. Zanzotto [In punta d'ago] «Si tratta di vera poesia – filo a filo e punto a punto – come di rado capita di leggerne. Tra i libri memoriali di questi anni il suo si colloca senz’altro in prima fila.».
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Estratto da: http://www.literary.it/ali/dati/autori/lisi_tommaso.html
Antonio Simonelli - Arce
Chi era: carabiniere
Nato a: Arce il 28 febbraio 1910 - Morto a: A.O.I. Il 24 aprile 1936
Antonio Simonelli nasce ad Arce il 28 febbraio 1910 da Andrea e Chiara Carducci. Arruolatosi nell'Arma dei Carabinieri, entrò a far parte della terza banda autocarrata dei Carabinieri Reali della Somalia. Il 24 aprile 1936 perse la vita, presso Gunu Gadu, località dell'Africa Orientale Italiana. Per il coraggio dimostrato il Simonelli fu insignito della medaglia d'argento con la seguente motivazione: "durante un aspro combattimento si slanciava con singolare coraggio all'assalto contro forti posizioni nemiche, colpito a morte, lasciava gloriosamente la vita sul campo".
Il 28 maggio 1936 il Podestà di Arce gli intitolò la via pedonale che dalla piazza Umberto I porta al cimitero. Nella locale stazione dei carabinieri che gli fu intitolata nel 1968 sono presenti anche una lapide e un busto in bronzo che lo ricordano.
Don Giuseppe La Valle - Coreno Ausonio
Chi era: Sacerdote
Nato a: Coreno Ausonio il 21 novembre 1884 - Morto il: 23 dicembre 1979
Don Giuseppe La Valle –"don Peppino" è nato il 21 novembre 1884 a Coreno Ausonio e qui è morto il 23 dicembre 1979. Sacerdote, storico, pedagogo e musicista, don Peppino è stato uno spirito curioso ed irrequieto, un maestro di tolleranza e di “libero pensiero” che ha pagato duramente, con l’isolamento, l’emarginazione e le difficoltà economiche, le sue scelte di vita. Singolare figura di operatore culturale, promotore di una scolarizzazione alternativa, don Peppino è stato il maestro “burbero e benefico” di tante generazioni di corenesi.
Il caput 44 della Statuto di Coreno del 1591 prescriveva agli amministratori pubblici di tenere una "cascia" chiusa con tre chiavi affidate a tre uomini probi in cui custodire gli atti e i documenti più importanti della comunità. Don Peppino è stato per Coreno e i corenesi questa "cascia", un archivio vivente che custodiva a memoria i fatti, i nomi, gli uomini e le storie della vita pubblica e privata di Coreno.
Estratto da: http://www.confrsangiuseppe.altervista.org/don%20peppino.htm
Giambattista Gennaro Grossi - Arce
Chi era: pittore accademico
Nato il: nacque nel 1766 - Morto il : il 23 marzo 1823
Giambattista Gennaro Grossi nacque nel 1766. Cominciò i suoi studi letterari seguito da personalità rilevanti e di grande reputazione. Studiò giurisprudenza e, nel 1799, fu nominato da Ferdinando IV Segretario Generale dei Beni Sequestrati e Confiscati. Nel 1801 andò a Roma dove conobbe altri illustri personaggi dediti allo studio delle arti e delle scienze. Nel 1802 esercitò la carica di Uditore Generale nello stato di Montecassino occupandosi della grande bilblioteca. Nel 1807, dopo che i Francesi soppressero il Monastero, Grossi si ritirò a Napoli per mettere in ordine i suoi lavori cominciati a Montecassino. La sua prima opera "La Patria di Cicerone: risposta di un anonimo al Corriere di Napoli, riportata al foglio del ‘27", fu pubblicata nel 1810.
La città di Arpino lo elesse suo concittadino e, per questa grande occasione egli scrisse in forma epistolare tre volumi archeologici sugli antichi Volsci e sul Lazio, unendo i suoi studi di archeologia, chimica, litologia e storia naturale per la descrizione dei luoghi. Alcune sue lettere furono tradotte e ristampate anche a Parigi e a Londra. Nel 1815, al ritorno di Ferdinando IV, Grossi scrisse in latino una delle epoche delle Due Sicilie e successivamente scrisse altri tomi sulle Belle Arti.
Fece anche traduzioni dal greco. Nel 1821 fu nominato Istoriografo del Regno da Ferdinando IV e scrisse "La vita del Divino Redentore" divisa in sette libri. Scrisse inoltre tre libri sulla vita di Carlo III di Borbone. Dopo tante onorificenze, una morte prematura lo colse il 23 marzo 1823.
&nbsredazuiop;