Altri personaggi
Marco Lanni - Sant'Elia Fiumerapido
Chi era: archeologo
Nato a: S.Elia Fiumerapido il 18 febbraio 1808 - Morto: a S.Elia Fiumerapido il 22 agosto 1885
Tratto da: http://www.cuoresanteliano.it/approfondimentilannim.htm
Eleuterio Riccardi - Colfelice
Chi era: pittore accademico
Nato a: Coldragone (Colfelice) il 6 dicembre 1884 - Morto il: 19 giugno 1963
Nasce a Coldragone (oggi Colfelice) il 6 dicembre 1884, da un’antica famiglia di vasai (localmente chiamati "piattari"), trasferitasi a Roma nel 1900. Nel 1902, a 18 anni, si affaccia sulla scena artistica romana esponendo un busto.
Suo primo maestro è lo scultore Giovanni Prini, intorno al quale si riunisce un gruppo di giovani artisti: Balla, Sironi, Boccioni, Tobaldi, Felci.
E’ il momento in cui la pittura guarda al fauvismo francese, al cubismo, all’espressionismo tedesco, al vorticismo inglese. Nel 1910 esce il Manifesto della pittura futurista, che vuole superare la visione statica delle cose e rappresentare il dinamismo con linee, forme, colore, forza. In questo clima Riccardi, vincendo la sua naturale ritrosia, si reca a Monaco di Baviera, nel 1912, e nel 1914 arriva a Berlino, ove vede una memorabile mostra di Vincent Van Gogh. A Monaco riceve un premio per la scultura Il fornaciaio, ritratto del padre.
Le opere eseguite tra il 1914 e il 1918 sono originate dal tentativo di coniugare Van Gogh e futurismo, facendo salva una robustezza della forma tutta di tradizione italiana.
Alle mostre della Secessione romana Riccardi è presente, nel 1915, in una sala mista di divisionisti e sperimentatori del fauvismo e, nel 1916, con sette opere, alcune delle quali entrano nella collezione di Olga e Angelo Signorelli. Con un nucleo di disegni "futuristi" partecipa, nel 1917, alla Mostra del Bianco e Nero (Palazzo delle Esposizioni). Nel 1918 organizza a Roma, con Mario Recchi, la Mostra d’arte indipendente, un’importante collettiva nella quale espone sette dipinti e sei sculture (espongono anche Carrà, De Chirico, Ferrazzi, Prampolini e Soffici).
Nel 1919, all’89^ Mostra della Società Amatori e Cultori, espone i busti di Giovanni Borelli e Peppino Garibaldi.
Nel 1921, con la moglie polacca Eva Sheps e la figlioletta Gemma, lascia Roma per Londra, ove Lady Cunard, colta e sensibile protettrice delle arti, gli commissiona il busto del compositore inglese Frederick Delius, esposto alla National Gallery (oggi al Royal College of Music) e in copia alla Tate Gallery (il gesso originale è custodito nel Municipio di Colfelice). Divenuto il ritrattista eccellente della nobiltà inglese, in un anno mette insieme – con foga creativa – 38 opere, presentate alle Leicester Galleries, alla Goupil Gallery e alla Royal Academy. Vi figurano i ritratti del fior fiore dell’alta società britannica. Gli vengono commissionati anche due monumenti a Lord Montagu, viceré delle Indie, per Calcutta e Bombay. Invitato a ritrarre i Reali d’Inghilterra, Riccardi rifiuta per la rigida convenzione che l’obbligherebbe ad accettare la cittadinanza britannica e il titolo di Sir.
Rientrato in Italia, ricco e scontento, torna ben presto alle difficoltà economiche degli artisti "puri", costretto a sprecare tempo e pazienza con allievi spesso di alto rango, ma di scarse promesse. In questo periodo nascono, tuttavia, opere insigne ispirate a soggetti liberamente scelti, esposti anche nelle Quadriennali d’Arte a Roma. Scolpisce i ritratti di Nicola Moscardelli, Bruno Ferruccio Scattola, Corrado Alvaro. Nella Quadrien del 1935 vince il primo premio con la scultura Attesa, un casto nudo di donna a grandezza naturale in marmo botticino. Pure nel 1935 realizza il busto in bronzo La Ciociara, un pregevole ed efficace modello di donna ciociara d’altri tempi (copia del busto è conservata nella sede del Comune di Colfelice).
Nel 1940 tiene una mostra personale a Milano. E’ ancora la pittura ad attrarlo maggiormente negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale. Nel 1960 espone alla Quadriennale romana un bassorilievo astratto in ceramica verde. Menomato nella vista, torna a dipingere, fino al giorno della morte improvvisa, alla vigilia di un rinnovato fermento di intenzioni scultoree e pittoriche. Aveva quasi 80 anni. Era il 19 giugno 1963.
Tratto da: http://www.comune.colfelice.fr.it/citta/person/index.htm
Giacinto Visocchi - Atina
Chi era: letterato, patriota e politico italiano
Nato a: Atina il 1819 - Morto ad: Atina, 8 ottobre 1854
Giacinto Visocchi (Atina, 1819 – Atina, 8 ottobre 1854) è stato un letterato, patriota e politico italiano. Proveniente da una famiglia benestante, con il fratello Pasquale, nato nel 1817, frequentò a Napoli la scuola di Basilio Puoti, dove si formò allo studio dei classici antichi e italiani con l'indirizzo purista proprio del Puoti. Fu allievo anche di Francesco De Sanctis. A Napoli fu influenzato dalle idee liberali. Le sue lezioni Dell'arte dello scrivere e dell'estetica, del 1842, furono pubblicate nel 1901. Nel 1843 insieme al Paolozzi pubblicò un'edizione annotata del Libro di novelle e di bel parlar gentile. Nel 1844 aprì a sua volta una scuola di lettere italiane.
Nel 1845 rientrò ad Atina dove insieme al fratello si dedicò alla conduzione della Cartiera Visocchi, inaugurata l'8 maggio 1845. Accolse con entusiasmo la concessione della costituzione da parte del re Ferdinando II (29 gennaio 1848) e iniziò una intensa attività politica per la diffusione delle idee liberali in Atina e in tutta la Valle di Comino, tra l'altro scrivendo il Catechismo della Guardia Nazionale. Con la revoca della costituzione (15 maggio 1849) attraversò un periodo di difficoltà e di persecuzioni: fu confinato a Teano e a Castellammare di Stabia. Questi disagi minarono la sua salute, incidendo probabilmente sulla fine prematura, a soli 35 anni, per un tumore alla milza.
Dal suo matrimonio con Luisa Martini erano nati cinque figli, tra il 1843 e il 1852.
Il fratello Pasquale, che morì a 91 anni, continuò lungamente l'attività nella direzione della cartiera, nella vita politica e nella promozione dell'istruzione.
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Giacinto_Visocchi
Alfonso Visocchi - Atina
Chi era: politico italiano
Nato a: ad Atina nel 1831 – Morto a: Napoli nel 1909
Alfonso Visocchi (Atina, 1831 – Napoli, 1909) è stato un politico italiano. Fu deputato e senatore del Regno d'Italia.
Esponente di una nota élite di Terra di Lavoro che aveva rilevanti interessi sia nell’agricoltura che nel settore industriale, avendo peraltro avviato anche una florida cartiera ad Atina, venne eletto alla Camera dei Deputati del collegio di Cassino nella IX legislatura e, ininterrottamente, dalla XII legislatura alla XIX legislatura.
Particolarmente assiduo nei lavori assembleari, si occupò spesso, dai banchi parlamentari, con mozioni e interrogazioni, di tematiche a carattere economico-finanziario, tecnico e sociale. Per la sua competenza, fu più volte prescelto come relatore sul bilancio relativo al Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio. Fu tra i relatori della Sottogiunta parlamentare d'inchiesta sulle condizioni dei contadini nelle province meridionali e nella Sicilia.
Per sostenere l’economia atinate e della Val di Comino in generale, si fece promotore su scala provinciale e nazionale di un progetto di collegamento ferroviario fra Cassino, Atina e Sora, i cui tentativi, peraltro vani, monopolizzarono i circondari interessati, quelli di Cassino e Sora appunto, per almeno un trentennio. Venne nominato senatore del Regno il 14 giugno 1900.
Scritti e discorsi editi:
• Sulle bonificazioni in Provincia di Capitanata, Tip. dell’Unione, Napoli 1878.
• Discorso sulla ferrovia Terni – Avezzano – Sora - Isernia pronunziato alla Camera dei Deputati nella tornata del 10 febbraio 1883 e risposta del ministro de’ lavori pubblici, Tip. della Camera dei Deputati, Roma 1883.
• Sulla costruzione d’una ferrovia secondaria Cassino – Atina – Alvito – Sora - Isola Liri, Tip. Camera dei Deputati, Roma 1883.
• Risposta alle osservazioni sul progetto d’una ferrovia economica Cassino – Atina - Isola Liri, Salvati, Napoli 1884.
• Discorsi dei deputati Visocchi e Grossi pronunziati alla Camera dei Deputati durante la discussione delle Convenzioni ferroviarie con gli emendamenti ed ordini del giorno da essi presentati, Tip. della Camera dei Deputati, Roma 1885.
• Ferrovia elettrica Cassino – Atina - Sora, s.e., Napoli 1907.
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Alfonso_Visocchi
Alfonso Visocchi (Atina, 1831 – Napoli, 1909) è stato un politico italiano.
Fu deputato e senatore del Regno d'Italia.
Esponente di una nota élite di Terra di Lavoro che aveva rilevanti interessi sia nell’agricoltura che nel settore industriale, avendo peraltro avviato anche una florida cartiera ad Atina, venne eletto alla Camera dei Deputati del collegio di Cassino nella IX legislatura e, ininterrottamente, dalla XII legislatura alla XIX legislatura.
Particolarmente assiduo nei lavori assembleari, si occupò spesso, dai banchi parlamentari, con mozioni e interrogazioni, di tematiche a carattere economico-finanziario, tecnico e sociale. Per la sua competenza, fu più volte prescelto come relatore sul bilancio relativo al Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio. Fu tra i relatori della Sottogiunta parlamentare d'inchiesta sulle condizioni dei contadini nelle province meridionali e nella Sicilia.
Per sostenere l’economia atinate e della Val di Comino in generale, si fece promotore su scala provinciale e nazionale di un progetto di collegamento ferroviario fra Cassino, Atina e Sora, i cui tentativi, peraltro vani, monopolizzarono i circondari interessati, quelli di Cassino e Sora appunto, per almeno un trentennio.
Venne nominato senatore del Regno il 14 giugno 1900.
Scritti e discorsi editi:
• Sulle bonificazioni in Provincia di Capitanata, Tip. dell’Unione, Napoli 1878.
• Discorso sulla ferrovia Terni – Avezzano – Sora - Isernia pronunziato alla Camera dei Deputati nella tornata del 10 febbraio 1883 e risposta del ministro de’ lavori pubblici, Tip. della Camera dei Deputati, Roma 1883.
• Sulla costruzione d’una ferrovia secondaria Cassino – Atina – Alvito – Sora - Isola Liri, Tip. Camera dei Deputati, Roma 1883.
• Risposta alle osservazioni sul progetto d’una ferrovia economica Cassino – Atina - Isola Liri, Salvati, Napoli 1884.
• Discorsi dei deputati Visocchi e Grossi pronunziati alla Camera dei Deputati durante la discussione delle Convenzioni ferroviarie con gli emendamenti ed ordini del giorno da essi presentati, Tip. della Camera dei Deputati, Roma 1885.
• Ferrovia elettrica Cassino – Atina - Sora, s.e., Napoli 1907.
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Alfonso_Visocchi
Atina, Pasquale Visocchi
Chi era: Agronomo italiano
Nato a: Atina il 17 maggio 1817 – Morto: Atina il 26 marzo 1908
Di una famiglia della borghesia imprenditoriale dell'Italia meridionale, fu iniziato agli studi classici dallo zio, Francescantonio Visocchi, vescovo di Gallipoli. Proseguì gli studi presso il Collegio Tulliano di Arpino, e poi, a Napoli, presso la scuola di Basilio Puoti con il fratello Giacinto e presso l’Università di Napoli dove seguì le lezioni di botanica e di agricoltura.
A causa della scomparsa del padre, nel 1841 fu costretto ad interrompere gli studi e a rientrare ad Atina per occuparsi dei fratelli e delle proprietà di famiglia. Iniziò così la carriera imprenditoriale nel campo industriale, creando e dirigendo una cartiera, e nel campo agricolo, in particolare, nella viticoltura.
Visocchi fu sindaco di Atina dal 1847 al 1850, mentre dal 1861 al 1871 rappresentò il suo mandamento, in qualità di consigliere provinciale, nel relativo consesso politico-amministrativo di Terra di Lavoro, con sede a Caserta.
Fu, inoltre, vice-presidente della Società degli Agricoltori italiani e corrispondente del Journal d'Agricolture pratique.
Negli anni successivi al rientro in Atina, Visocchi si dedicò alla creazione di uno stabilimento industriale per la produzione della carta. Con all'aiuto di Pierre Poche, francese, che si recò in Francia ad acquistare i macchinari necessari, realizzò l'omonima cartiera, che venne inaugurata l'8 maggio 1841.
La cartiera Visocchi di Atina occupava intorno al 1870 circa 120 operai, con una produzione che si aggirava sui 3200 quintali, per un valore di carta prodotta pari a 370.000 lire.
Tale stabilimento, che nel corso del XX secolo registrò alterne vicende e diverse proprietà, rimase di fatto operativo fino agli anni '70.
Intuendo che, per migliorare la produzione agricola, occorreva utilizzare l'antica pratica del sovescio, Visocchi predispose, su alcuni terreni, dei campi sperimentali, dai quali ricavò, dopo un decennio, una graduatoria delle specie più fertili, fra le quali la capraggine (galega officinalis), la fava e il trifoglio. In tal modo riuscì a confermare e a migliorare gli studi già condotti in Francia da George Ville, tanto che il viticoltore ed enologo Ottavio Ottavi, nel definirlo come l'inventore del processo di siderazione, invitò gli agricoltori italiani dalle pagine del periodico "Il Coltivatore" a seguire l'esempio di Visocchi.
In particolare, secondo Visocchi, l'azoto necessario alla vegetazione, in quanto non artificiale, veniva assorbito dall'atmosfera delle leguminose sovesciate: tale tesi fu convalidata, nel 1888, dagli esperimenti di Hellriegel e Willfart, che osservarono come l'azoto atmosferico fosse fissato dai batteri nelle minuscole nodosità presenti sulle radici delle leguminose.
Contemporaneamente ai campi sperimentali, aveva cominciato a studiare le condizioni dei terreni in relazione alla possibilità d'impiantarvi vitigni francesi. Dal 1860, in particolare, importò dalla Francia sia uve rosse, quali i cabernet franc, sauvignon, merlot, sirah e gamay, sia uve bianche, tra le quali il pinot bianco, il semillon e il Roussane. L'esperienza di Visocchi furono riprese dalla Scuola di enologia di Conegliano Veneto. Al termine di questo tragitto, nel 1891 Visocchi pubblicò un "trattatello elementare" dal titolo "I principii e le regole della concimazione de’ campi " in cui descriveva le regole basilari della concimazione, osservando gli elementi più propizi alla fertilità dei terreni.
Tratto da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Pasquale_Visocchi