Altri personaggi
Carlo Baccari - Cassino
Chi era:
Nato a: Cassino il 21 ottobre 1878 - Morto il: 3 gennaio 1978
Nacque a Cassino, da Giuseppe e Gaetana Di Micco, il 21 ottobre 1878. È stato un giornalista ed un poeta. Iniziò i suoi studi nel Seminario Vescovile di Aquino e negli anni del liceo si appassionò a scrittori quali Dante, Boccaccio, Manzoni, Goethe. Si laureò in Giurisprudenza presso l'Università di Roma “La Sapienza” ed ha esercitato le professioni di avvocato e notaio, dividendosi tra Cassino, Pontecorvo ed Ischia di Castro.
Si impegnò anche in politica, venendo nominato consigliere comunale a Cassino nel 1913.
Partecipò alla Prima Guerra Mondiale e fu Ufficiale di complemento della Terza Armata combattendo nella zona di Gorizia, sul San Michele e sul Carso.
Al termine del conflitto acquistò la Stem (Società tipografica editrice meridionale), nella quale si stamparono i giornali da lui precedentemente fondati insieme con Gaetano Di Biasio e Raffaele Valente, conosciuti sui banchi di scuola: “Il Rapido” e “Le Fonti”. Baccari intese il giornalismo sempre come uno strumento per raccontare i fatti nella loro pura semplicità, rifiutando il sensazionalismo e lo scandalismo. Collaborò anche ad altre riviste letterarie quali “Il Fuoco”, “On. Nicola” e “Il Veltro”.
Il suo primo romanzo fu “Fraternità elettiva” che pubblicò a puntate su “Le Fonti”, declinando un'offerta di pubblicazione da parte della casa editrice “Bompiani”. Il romanzo verrà segnalato anche alla quarta edizione del Premio letterario di Venezia.
Le altre opere importanti scritte da lui furono: “Colchigi d'autunno”, “Il Fiore della Tempesta”, “I Poemetti”, “Dal paese del sogno”, “La Maschera della Saggezza”, “Il ritratto di Virginia Rosati”, “Le fuggitive”, “I Fuochi del tramonto”, “Era il maggio odoroso”, “Rime al vento”, “Foglie nel turbine”, oltre ad un Diario personale che abbracciò il periodo 1945–1956 ed un opuscolo sulle chiese di Cassino.
I romanzi e le novelle di Baccari furono spesso contraddistinte da accenti e richiami autobiografici, la sua prosa era asciutta, limpida, ricca di figure retoriche. Una caratteristica comune era la visione della famiglia come luogo che si sottraeva al caos e alle contraddizioni della vita reale, un'oasi di innocenza in cui non giungevano gli echi delle violenze e delle delusioni dell'esistenza e dove i problemi si vanificavano.
Gran parte delle sue opere non furono mai pubblicate a causa della mania dell'autore di rivedere continuamente i suoi scritti e perché andata perduta durante gli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale. Ciò che sopravvisse è dovuto allo stesso Baccari, che fece ristampare a proprie spese alcuni suoi romanzi. Morì a Cassino il 3 gennaio 1978.
Bibliografia
- Linda Secondino, “Tra giornalismo e narrativa: l’attività letteraria di Carlo Baccari”, Cassino, 2003.
Francesco Acciaccarelli - Cassino
Chi era: pittore accademico
Nato a: a Cassino nel 1855 - Morto: nel 1896.
Nacque a Cassino nel 1855. Pur avendo frequentato solamente la quarta classe elementare, seppe destare viva ammirazione per le sue poesie serene, spontanee, delicate, sgorgate da un animo nobile e sensibile. Essendo un artigiano, dopo le fatiche quotidiane, era solito salire lungo il pendio che conduce all'abbazia di Montecassino e qui trovava motivo alle sue ispirazioni poetiche.
Descrisse in modo veramente artistico e geniale le figure più semplici del popolo, faceva sempre trasparire il fervido amore per la sua città, della quale ripercorreva sinteticamente la gloriosa storia attraverso la visione degli antichi personaggi e monumenti. Si firmava sempre come “poeta fabbro-ferraio” e le sue opere vennero stampate preso la tipografia “Terenzio” di Cassino. La sua figura fu riscoperta e rivalutata grazie al profilo che fece di lui un altro suo illustre concittadino, Carlo Baccari. Francesco Acciaccarelli venne anche eletto dai cassinati come consigliere comunale e fu nominato vice-presidente della Società Operaia. Morì di consunzione a Cassino nel 1896.
Bibliografia
- Torquato Vizzaccaro, “Cassino: breve monografia con cenni sui cittadini illustri”, Società Editrice Laziale, Roma, 1985
Cardinale Stefano Conti da Ceccano
Chi era: Cardinale
Nato a: Nato nel 1206 - Morto: 1227
Vissuto tra la fine del XI e l’inizio del XII secolo, da prete divenne priore ed abate di Fossanova. Proclamato Cardinale nel 1206 da papa Innocenzo III, il quale gli assegnò dapprima la diaconia di S. Angelo e poi quella dei Santissimi XII Apostoli. Una tradizione vuole che il Cardinale sia stato presente al miracolo che San Domenico fece al nipote del Cardinale resuscitandolo dalla morte dopo una rovinosa caduta da cavallo. Tale miracolo è rappresentato anche in un quadro conservato nella chiesa di S. Domenico e Sisto a Roma. Tale Cardinale è ricordato soprattutto per la fondazione della chiesa abbaziale di S. Galgano a Siena.
Il cardinale Ceccanese partecipò ai conclavi che elessero Onorio III e Gregorio IX. Fu sepolto con breve iscrizione nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma.
BIBLIOGRAFIA: C. Cristofanilli, Il cardinale Stefano Conti da Ceccano, Frosinone, 1973.