Altri personaggi
Conte Giovanni da Ceccano - Ceccano
Chi era:
Nato a: 1160
Figlio di Landolfo e donna Egidia, probabilmente della famiglia dei Colonna, e fratello del Cardinale Stefano, nacque nel 1160.
Nel 1190 Giovanni fu nominato cavaliere con il tocco della spada. Questa è la più antica testimonianza di una investitura cavalleresca nel Lazio Meridionale e denota l’alto rango a cui era pervenuta, in questo secolo, la famiglia di conti di Ceccano. I domini dei conti costituirono un forte caposaldo all’interno del vasto sistema di difesa costruito da Innocenzo III ai confini del Regno di Sicilia.
Non si conoscono nei particolari le fasi attraverso le quali si era venuto a costituire questo vasto territorio controllato dal conte Giovanni, certo si tratta di un vero e proprio piccolo stato che si estendeva lungo gran parte della valle del Sacco e che giungeva, attraverso i Lepini, sino alla Marittima.
Nel 1216 Giovanni respinse con successo il conte Ruggero dell’Aquila dalle sue terre, lo incalzò fino a Vallecorsa e lo sconfisse, costringendolo a ripassare il Liri, e facendo prigioniero lo zio Roberto con settanta militi ed altri uomini. Non si conosce l’anno della morte di Giovanni, che dovette comunque cadere fra il 5 aprile del 1224, anno del suo testamento, ed il 16 aprile 1227, quando in una lettera di Gregorio IX egli viene definito come “bone memore”.
BIBLIOGRAFIA: E.A. Papetti, I conti di Ceccano nei secoli XII e XII, Frosinone, 2003.
E.A. Papetti, I conti di Ceccano tra Re, Imperatori e Papi, Cassino, 2006
Camillo Scaccia Scarafoni - Veroli
Chi era:
Nato a: Veroli il 25 giugno 1883 - Morto aRoma il 7 dicembre 1957
Nacque a Veroli, da Giuseppe e Laura Ambrosi, il 25 giugno 1883. Dopo aver compiuto gli studi a Montecassino, si laureò in Lettere all'Università di Torino nel 1906.
Fu docente, a partire dal 1909, in diversi ginnasi di Roma, Arpino, Veroli e Ferentino. Dovette interrompere l'attività d'insegnamento a causa della Prima Guerra Mondiale, cui prese parte come ufficiale d'artiglieria dal maggio 1915 fino alla smobilitazione del gennaio 1919.
Dal 1924 al 1926 è stato direttore della Biblioteca “Giovardiana” di Veroli, di cui pubblicò il catalogo degli incunaboli e quello dei manoscritti: a lui si deve la sistematica riordinazione di tutto il patrimonio librario che vi è conservato. Il suo lavoro sui codici della “Giovardiana” si è rivelato utilissimo per comprendere la diffusione e le particolarità della scrittura beneventana nel territorio verolano e zone circostanti.
Questa specializzazione lo portò alla Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Roma, dal 1926 al 1938, con l'incarico di conservatore dei manoscritti e dei libri rari.
Nel 1922 rinvenne i “Fasti Verulani”, uno dei più importanti esempi di calendario romano risalente all'età augustea.
È stato Ispettore della Soprintendenza alle biblioteche del Lazio e Umbria, annessa alla Nazionale di Roma. Durante tale attività salvò da sicura rovina o dispersione numeroso ed importante materiale bibliografico, pubblicando vari incunaboli rinvenuti a Montecassino, Palestrina, Veroli, Grottaferrata, Orvieto, Velletri e Rieti.
Dal 1938 fu responsabile degli ispettori centrali delle scuole medie alla Direzione generale delle accademie e biblioteche. Dal dicembre 1945 ispettore bibliografico presso il Ministero della pubblica istruzione, mentre nel giugno 1946 venne promosso ispettore generale. È stato membro del Consiglio superiore delle accademie e biblioteche dal 1951.
Andò in pensione verso la fine del 1952: da quest'anno e fino alla morte è stato Direttore dell'Ufficio esecutivo del Centro nazionale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche.
Infine è stato socio dell'associazione italiana biblioteche dalla fondazione (1930) e vicepresidente della sezione di Roma della stessa dal 1949 al 1953. È morto a Roma il 7 dicembre 1957.
Bibliografia:
- Vincenzo Fenicchia, “Camillo Scaccia Scarafoni e la sezione per il Lazio meridionale”, Anagni, 1958.
- Niccolò Del Re, “Camillo Scaccia Scarafoni: l'uomo e la sua opera”, Cooperativa grafica editrice Città Bianca, Veroli, 1985.
- Vincenzo Fenicchia, “Bibliotecari scomparsi: Camillo Scaccia Scarafoni”, Fratelli Palombi, Roma, 1958.
Cardinale Pasquale Tommaso Gizzi - Ceccano
Chi era: Cardinale
Nato a: Ceccano nel 1787 Morto a: Lenola nel 1849
Ordinato cardinale nel 1844 fu inviato come legato pontificale a Forlì. Conseguì una laurea utriusque iuris nel 1810 divenendo avvocato rotale e successivamente funzionario della nunziatura di Lucerna come uditore.
Appartenente all'ala riformista moderata della Curia romana, nello Stato Pontificio godeva di grande popolarità, tanto da essere considerato tra i papabili nel Conclave del 1846, nel quale raccolse inizialmente numerosi voti, ma non venne eletto. Il cardinale era ritenuto un liberale, la sua nomina a Segretario dello Stato Pontificio rafforzò l'idea popolare che anche Pio IX lo fosse, idea peraltro suggerita dai primi atti del pontificato.
Morì il 3 giugno 1849, a Lenola, all'età di 61 anni. Fu sepolto, inizialmente nella Chiesa di S Maria Maggiore di Lenola. Il 1º luglio 1992 la sua salma venne trasferita nel cimitero monumentale di Ceccano.