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La chiesa, fuori le mura della città, risale ai primi dell’XI secolo, essendo citata nelle Bolle di investitura di due Vescovi di Veroli, risalenti rispettivamente al 1097 e al 1125. La canonica di S. Pietro può essere considerata il prototipo di quei “Monasteria canonicorum” che si sono poi diffusi nella Campagna e Marittima nel corso dell’XI secolo. Incorporata nei beni della Certosa di Trisulti fu restaurata dai certosini nel 1720 come risulta dall’epigrafe posta all’interno della chiesa a destra entrando dalla porta principale. I lavori non modificarono l’originale struttura di questa chiesa a croce greca e tiburio ottagonale terminante con una lanterna. L’interno ha il pavimento in cotto e, tre altari. La parete di fondo del presbiterio è dominata da una tela del pittore Caci, del 1682, rappresentante S. Pietro e S. Brunone ai piedi della Vergine col Bambino, a testimonianza che la chiesa era una dipendenza della Certosa di Trisulti. Alle pareti degli altari laterali spiccano i quadri della Deposizione dalla Croce a destra e quello dell’Annunciazione a sinistra, ambedue del XVII secolo. Le tre tele sono state restaurate a cura della Sovrintendenza delle Belle Arti nel 1972. Nella navata destra, fa bella mostra di se un artistico confessionale, finemente lavorato nel XVIII secolo. Il Toubert ci ricorda che “questa è la più antica collegiata autonoma che noi conosciamo”.

 

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