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Chi era: Papa Innocenzo III (1198-1216)
Nato a: nel castello di Gavignano, vicino ad Anagni, nel 1160

fu uno dei più grandi papi del Medioevo e della Chiesa, definito “Augusto dell’Impero Pontificio”. Era figlio di Trasimondo Conti, Conte di Segni e nipote di Papa Clemente III. Suo padre fu membro del famoso casato dei Conti, dal quale provengono nove papi, tra cui Gregorio IX, Alessandro IV e Innocenzo XIII; sua madre, Clarissa, apparteneva alla nobile famiglia romana degli Scotti. Venne educato a Roma, Parigi (da Pietro di Corbeil), e Bologna (da Uguccione da Pisa), venne considerato un intellettuale e uno dei più grandi avvocati di diritto canonico dei suoi tempi. Dopo la morte di Papa Alessandro III tornò a Roma, dove resse incarichi durante i brevi papati di Lucio III, Urbano III, Gregorio VIII, e Clemente III, raggiungendo il rango di Cardinale-Diacono nel 1190. Prima di salire al soglio pontificio scrisse un fortunato opuscolo suddiviso in tre libri dal titolo De miseria humane conditionis, noto anche impropriamente come De contemptu mundi (del disprezzo del mondo), in un momento di agitazioni che distaccano dalle cose divine, dando così prova di chiara visione del motivo di predominio della Chiesa su tutte le vicende umane. Durante il papato di Celestino III (1191-1198), un membro del casato degli Orsini, nemici dei Conti di Segni, lasciò Roma per vivere ad Anagni. Celestino III morì nel 1198 per complicazioni causate dalla sifilide.

Nel giorno in cui venne sepolto, Lotario de' Conti venne eletto Papa, era l’8 gennaio 1198 e prese il nome di Innocenzo III, a soli trentasette anni. Il trono imperiale era vacante dalla morte di Enrico VI, nel 1197, e nessun successore era ancora stato individuato. Innocenzo si avvantaggiò del vuoto di potere per diminuire l'influenza tedesca in Italia. Il suo primo atto fu il ripristino del potere papale a Roma. Il Prefetto di Roma, che regnava sopra la città come rappresentante dell'Imperatore, giurò fedeltà al Papa. Innocenzo richiese a Marco di Anweiler la restituzione della Romagna e della Marca di Ancona alla Chiesa, e usò le truppe papali per far sì che ciò si avverasse. In modo simile, i Ducati di Spoleto, Assisi e Sora vennero strappati al tedesco Conrad von Uerslingen. Nel primo anno di pontificato, dopo aver visitato tutti i suoi territori, ripartì lo Stato della Chiesa in quattro province: Patrimonio di San Pietro, Campagna e Marittima, Marca Anconetana e Ducato di Spoleto. Il Papa approfittò della debolezza di potere di Federico II (che all'epoca aveva quattro anni) per riasserire la supremazia papale in Sicilia, domandando all'Imperatrice vedova Costanza la resa dei privilegi dei Quattro Capitoli, che Guglielmo I di Sicilia aveva precedentemente ottenuto da Papa Adriano IV. Solo allora Innocenzo investì Federico II Re di Sicilia, nel novembre del 1198. Egli indusse inoltre il giovane Re a sposare la vedova di Re Emerico d'Ungheria nel 1209. Dopo la morte del Sacro Romano Imperatore Enrico VI, nel 1197, i Ghibellini e i Guelfi avevano eletto imperatori differenti - Filippo di Swabia e Ottone di Wittelsbach.

Nel 1201 il Papa appoggiò apertamente Ottone IV, annunciando che era stato approvato come Re Romano e minacciando di scomunica tutti coloro che si fossero rifiutati di riconoscerlo. Innocenzo III rese chiaro ai principi tedeschi, attraverso il Decreto Venerabilem del maggio 1202, come egli considerasse le relazioni tra Impero e Papato (questo decreto venne in seguito incorporato nel Corpus Juris Canonici). I punti principali del decreto erano: il diritto di decidere se un Re fosse degno della corona imperiale apparteneva al Papa; in caso di doppia elezione i principi elettori dovevano chiedere al Papa di arbitrare o pronunciarsi in favore di uno dei pretendenti. Innocenzo cambiò idea e si dichiarò a favore di Filippo nel 1207, e inviò dei Cardinali in Germania per indurre Ottone a rinunciare al trono. Ottone di Wittelsbach uccise Filippo il 21 giugno 1208 e alla Dieta di Francoforte, 11 novembre 1208, Ottone IV venne riconosciuto Re.

Il Papa lo invitò a Roma per ricevere la corona imperiale. Ottone venne incoronato a Roma il 4 ottobre 1209. Prima dell'incoronazione Ottone promise di lasciare alla Chiesa il possesso di Spoleto e Ancona e di garantire la libertà delle elezioni ecclesiastiche; il diritto di appello illimitato per il Papa e la competenza esclusiva sulla gerarchia per questioni spirituali; egli promise inoltre di aiutare la distruzione dell'eresia (il Patto di Neuss, ripetuto a Speyer, nel 1209). Ma poco dopo essere stato incoronato, Ottone prese Ancona, Spoleto e altre proprietà della Chiesa, dandole poi ai suoi vassalli. Inoltre invase il Regno di Sicilia. Ottone venne scomunicato il 18 novembre 1210. Il Papa ottenne che la maggioranza dei principi ripudiasse l'Imperatore scomunicato ed eleggesse al suo posto Federico II di Sicilia, alla Dieta di Norimberga, nel settembre del 1211. Federico fece le stesse promesse di Ottone IV, la sua elezione venne ratificata da Innocenzo e fu incoronato ad Aquisgrana il 12 luglio 1215. Ottone si alleò con l'Inghilterra (era nipote di Giovanni Senza Terra) per combattere Filippo Augusto di Francia, ma venne sconfitto nella Battaglia di Bouvines nella contea di Fiandre (ormai in Francia), il 27 luglio 1214, perdendo tutta la sua influenza (morì il 19 maggio 1218) e lasciando Federico II imperatore incontestato.

Innocenzo giocò un ruolo anche nella politica di Francia, Svezia, Bulgaria, Spagna e soprattutto Inghilterra. Innocenzo fu uno strenuo avversario dell'eresia. Gli eretici manichei furono scacciati dallo Stato Pontificio e una campagna contro gli albigensi venne avviata sotto la guida di Simone di Montfort. Sotto di lui la Chiesa si incaricò dell'organizzazione delle Crociate: queste dovevano essere lanciate contro gli eretici sotto la direzione del pontefice e usate per imporre il governo della Chiesa sui miscredenti. Fu questo il preludio della legittimazione dell'Inquisizione nel 1233: l'eresia doveva essere punita per il bene spirituale dell'individuo e per la conservazione della Chiesa. Nel 1198 Innocenzo iniziò la Quarta crociata, rivolgendosi ai cavalieri e ai nobili in Europa piuttosto che ai re (al tempo Riccardo I d'Inghilterra e Filippo II di Francia erano ancora in guerra e diversi principi tedeschi erano nemici del Papa).

L'appello fu ignorato fino al 1200, quando nella Champagne venne finalmente organizzata una crociata che i Veneziani trasformarono nel sacco di Zara nel 1202 e Costantinopoli nel 1204, producendo la temporanea riunificazione delle Chiese Ortodosse con la Chiesa Cattolica (dopo lo Scisma d'Oriente del 1054). In risposta Innocenzo scomunicò i Veneziani ma, sebbene deplorasse i mezzi, accettò il risultato. Nel novembre del 1215 Innocenzo convocò il Quarto Concilio Lateranense (il dodicesimo concilio ecumenico), che decise una crociata generale in Terra Santa (la Quinta Crociata) ed emanò settanta decreti di riforma. La sua attività pontificale culmina con l’approvazione di alcuni Ordini Religiosi: Domenicani, Francescani e della SS.ma Trinità di cui si avvalse per ricomporre la pace e l’ordine nella società.

Innocenzo morì a Perugia, all’età di 56 anni, il 16 luglio 1216. La sua tomba fu depredata la notte successiva e la salma spogliata dei preziosi paramenti. Nella Cattedrale della città si vede ancora contrassegnato il loculo della prima sepoltura. Lì il suo corpo rimase fino a quando Papa Leone XIII, che fu per lunghi anni arcivescovo di Perugia, fece trasportare i resti dell’illustre conterraneo e racchiuderli in un degno mausoleo nella Basilica Lateranense nella parte sinistra della nave trasversa, facendo collocare per sé nella parte destra il sepolcro che ne racchiude la salma, era il dicembre del 1891.

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