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Il merito di uno studio approfondito relativo al Teatro spetta al Bartoli che nel 1923, in una lettera al sindaco di Ferentino, rievoca l’inatteso risultato di prolungate indagini archeologiche condotte sul sito. Tra Via Antiche Terme e Via delle Torri di Porta Sanguinaria sono, infatti, visibili i resti di un teatro romano risalente all’epoca imperiale (traianea o adrianea): esso segue il declino naturale della collina, raggiungendo i 12 m di altezza. Le strutture sono in parte a cielo aperto e in parte inglobate nelle abitazioni private che occupano la gradinata del suddetto teatro. Sono in luce la cavea – gradinata riservata al pubblico – e parte della scena – adibita agli attori. Tre sono le maniere di struttura di questi ruderi: laterizia la prima – costruita da grandi mattoni quadrati legati con un sottile ma tenace strato di malta e pozzolana; a pietrame la seconda – legata con lo stesso tipo di malta; a costruzione mista la terza – con alternanza stratificata di pietrame e laterizio. Il paramento a blocchetti di calcare a file orizzontali, legate da fasce di laterizio è tipico dell’età di Traiano-Adriano con l’eccezione del tufo sostituito dal calcare, materiale facilmente reperibile nella zona. Sia il materiale che la tecnica edilizia sono perfettamente attribuibili al II sec. d.C, epoca di particolare splendore per Ferentino che proprio nel periodo di Traiano ebbe Aulo Quintilio Prisco come patrono. Il monumento, quindi, acquista eccezionale valore sia come unico edificio teatrale nella zona degli Ernici, sia come testimonianza monumentale di epoca imperiale, sia perché denota la cultura del popolo ferentinate amante degli spettacoli scenici.

Tratto da: http://www.ferentino.org/monumenti/mon_teatroromano.html 

 

 

 

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