San Vittore del Lazio
Arroccata su di una collina che domina l'ultimo tratto della Valle del Liri, San Vittore si trova al crocevia dei confini tra Lazio, Campania e Molise. Venne fondata nell'XI secolo, anche se nel terrirorio comunale in località Marena-Falascosa, sono venuti alla luce ampi tratti di mura megalitiche di probabile origina sannitica e identificate con i resti di Aquilonia. Nel Medioevo, appartenne a Montecassino, e proprio al dominio monastico la città deve il suo nome.
Un tempo centro di fiorenti attività artigianali, tra cui la lavorazione dell'argilla, la fusione del bronzo e la lavorazione del legno, oggi, quella di San Vittore è una realtà basata sull'industria, ad eccezione di qualche fornace per la cottura dei laterizi. Numerosi sono i reperti di epoca pre-romana e romana, ed in particolare: la cinta di mura megalitiche, lunga oltre un chilometro e mezzo, che si snoda lungo le pendici occidentali del monte Sammucro.
Importante la chiesa di San Nicola, definita "il monumento principale di San Vittore", notevole per i cicli pittorici trecenteschi delle opere di misericordia e del martirio di Santa Margherita d'Antiochia. Interessanti la chiesa di Santa Maria della Rosa che, seguendo uno schema antichissimo, presenta un campanile posto al centro della facciata, e la chiesa della Madonna delle Grazie, presso il cimitero, restaurata nel 1968.