Castelliri
Il territorio di Castelliri, bagnato dal fiume Liri, si estende ai piedi dei monti Ernici. Per l'amenità dei luoghi, si riscontra la presenza dell'uomo sin dagli albori della civiltà. Nicolucci ha rinvenuto oggetti risalenti all'epoca della pietra e una necropoli dell'età del ferro. Il Pierleoni sostiene che quest'ultima scoperta prova che nel territorio sorse un pagus che sopravvisse anche alla età romana.
Il Momsen riferisce che nel suo territorio sono state rinvenute due iscrizioni: una di un cambiavalute cereatino e l'altra (in località Madonna della Neve) riguardante duonviri che fecero lastricare una strada. Questa si snodava in località Collasturo e si pensa che sia una diramazione della via Latina, alla cui sinistra sorgeva, come tramanda Strabone, Cereate. In questo municipio, secondo Frontino e Plutarco, nacque il grande Caio Mario. E' opinione dominante che Castelliri era ricompreso nel territorio di Cereate, pertanto, l' arx di quest'ultima roccaforte degli Ernici, a confine con i Volsci, potrebbe individuarsi in località Codarda.
Presumibilmente distrutta durante le invasioni barbariche, nello stesso luogo, fu ricostruito nel medioevo un modesto Castello, che ci è stato tramandato dalle fonti con il nome di Castelluccio. Ricompreso nel ducato di Sora, è appartenuto ai signori legati ai D'Angiò e poi ad altri seguaci degli Aragonesi. Nel 1580 passò ai Boncompagni e poi al Regno di Napoli.
Nella chiesa parrocchiale dedicata a S. M. Sàlome, vi è custodita una croce del 1600, che appartenne al Cardinale Baronio. Nel 1873, Castelluccio di Sora, cosi si chiamava in quel tempo, contava 1640 abitanti, un ospedale ed una banca agraria. Con R.D. del 1878 fu autorizzato a chiamarsi Castelliri. Distrutta dal terremoto del 1915 è stata ricostruita ed oggi ha un fiorente area industriale.