Vallecorsa
Vallecorsa trova la sua origine intorno all’VII –IX sec., in epoca longobarda. Il primo documento (1072) che ne tramanda il nome, Castrum Valis Curse – Valle De Cursa – Valledecursa, è la carta di Littefredo, console della contea di Fondi. In un paesaggio montagnoso, ricoperto da ulivi, sorge Vallecorsa. "Valledecursa", ossia valle percorsa dalle acque o "Valliscurtia", ossia terra di Curzio (Console romano che la restaurò e ne ampliò le mura), sono due tesi sull'origine del nome. Tre torri e un cuore sono rappresentati nel suo stemma: simbolo di fermezza e cordialità. Castello della contea di Fondi, passò nel 1072 al Monastero di Montecassino, per finire poi nell'orbita delle famiglie Caetani e Colonna.
Del periodo gotico sono le tre porte che danno accesso all'antico borgo: Porta di Suso (di su), Porta S.Angelo e soprattutto la bella Porta Missoria. La Chiesa abbaziale di S. Angelo, la più antica della Valle, testimonia la religiosità e la particolare devozione della popolazione all'Arcangelo Michele, in onore del quale l'8 maggio si svolge con antico rituale una grande festa e fiera. In essa è conservato il polittico (XVI sec.) di Jacopo Zucchi, allievo del Vasari, commissionato dalla famiglia Colonna che sulla Chiesa esercitava lo jus padronale.
All’interno della cinta muraria si trovano le sue belle e antiche chiese.Nel centro storico si trova la casa della Santa Maria De Mattias, fondatrice delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue. Strutture medievali d'interesse architettonico sono: Porta Missoria con gli scaluni, dove muore nel 1412 Isabella Caetani, contessa di Fondi; Porta di Suso e Porta Sant'Angelo; il Borgo con un caratteristico passaggio aereo, il Baglio, iu Bajo, dal latino baiulus, titolo spettante a pubblico ufficiale con funzioni di controllo amministrativo. Il territorio del Comune di Vallecorsa è caratterizzato dagli infiniti terrazzamenti per la coltivazione dell'ulivo realizzati con muri a secco detti macere e, a valle, dal complesso le Prata, formato da due pozzi e la Chiesa di S. Gaetano, dove le donne si recavano per fare il bucato nei caratteristici lavatoi in pietra, gli scifi, posti attorno ad essi.