Antonio Valente
Chi era: architetto, scenografo e costumista teatrale e cinematografico
Nato a: Sora, il 14 luglio 1894.
Morto a: Roma, il 30 giugno 1975
Figlio dell’ingegnere Vincenzo Valente e della nobile Cecilia Franchi si iscrive nel 1914 presso la Scuola Superiore di Architettura, conseguendo la laurea nel 1924 e discutendo una tesi sulla costruzione di un Teatro di posa a Roma. Subito dopo segue un Corso Superiore di Urbanistica. Nel frattempo inizia ad occuparsi di critica teatrale, scrivendo su diversi giornali specializzati. Tra il 1915 ed il 1918 partecipa alla I Guerra Mondiale riportando però una grave ferita alla mano nelle operazioni nei pressi di Cortina d’Ampezzo. Tra il 1919 ed il 1922 viaggia per tutta Europa, aggiornandosi sulle nuove correnti artistiche d’avanguardia e sui nuovi sistemi di scenotecnica: in particolare soggiorna a Parigi, dove entra in contatto con la comunità degli artisti italiani, ed a Berlino, dove espone una serie di disegni alla galleria “Der Sturm”.
Tornato in Italia nel 1923 e dal 1925 inizia a collaborare con il Teatro degli Indipendenti fondato nel 1922 dal frusinate Anton Giulio Bragaglia, realizzando le scene per i balletti de La vetrata azzurra con musiche di Santofiquido e la scenografia del Sogno d’amore di Kossirov: lo scopo di Valente era quello di sperimentare moduli scenici d’avanguardia, adatti alle opere di autori contemporanei. Al Teatro la Fenice di Venezia, dopo avere costituito una compagnia italo-russa, sperimenta per questa una serie di scene mutabili grazie ad effetti di luci colorate.
Nel periodo 1925/1926 partecipa all’Esposizione d’Arte Futurista a Torino presso il Palazzo Madama. L’innovazione più importante che apporta è quello della progettazione, su incarico del Governo, del “Carro di Tespi”, ossia di una macchina teatrale itinerante grazie ad un palcoscenico mobile per cui nell’ottobre del 1931 gli viene conferita la medaglia d’oro. Questa struttura influenzerà il fare teatro degli anni ’20, nonché avrà il grande pregio di avvicinare la gente comune a quest’arte. Nel 1928 lavora alla messa in scena di 50 lavori al concorso Nazionale del Dopolavoro tenuto a Torino e progetta il “palcoscenico mobile circolare tripartito” ed il “palcoscenico mobile tripartito a piani slittanti”. Nel 1930 progetta un teatro da erigersi a Roma in via Capo d’Africa e nello stesso anno, con il progetto “Conceptio” vince il Concorso Nazionale per un grande Teatro Drammatico di Stato, da realizzare a Castro Pretorio.
Nel 1932, per conto del governo, progetta ed allestisce la “Sala dei martiri” per la Mostra della Rivoluzione fascista, allestita nelle sale del Palazzo delle Esposizioni. In marzo è nominato cavaliere della Corona d’Italia per i meriti avuti nell’ideazione dei Carri di Tespi. Nel 1933 vince il concorso per la Mostra d’arte italiana di Chicago con un bozzetto per il Padiglione Italiano. A Tirrenia esegue il progetto per gli stabilimenti cinematografici “Pisorno”, di Gioacchino Forzano, la prima città del cinema, progenitrice della più moderna Cinecittà. Tra il 1934 ed il 1936 è incaricato da Luigi Chiarini di studiare il progetto per una scuola per l’insegnamento tecnico-artistico cinematografico, realizzato poi nel complesso polifunzionale del Centro Sperimentale di Cinematografia. Fino al 1968 Valente ricopre la cattedra di scenotecnica e scenografia, lasciata a causa delle contestazioni studentesche.
Nel 1939 progetta il grande complesso urbanistico della zona industriale cinematografica sulla via Tuscolana ed il Piano di Ricostruzione della città di Veroli. Nel 1940 è inaugurato il Centro Sperimentale di Cinematografia. Tra il 1945 ed il 1946 in qualità di architetto entra a far parte della Commissione nazionale per l’apertura delle sedi teatrali, mansione che deterrà fino al 1975.
Nel 1947/1949 realizza a Instambul il Teatro statale con un palcoscenico tripartito ad anello rotante. Nel 1950/1959 con la costruzione delle scuole primarie e secondarie di Veroli, Valente inizia a dedicarsi alla progettazione delle architetture civili: le scuole materne a Sabaudia ed a San Felice Circeo, la chiesa di San Francesco a Tirrenia, il Collegio e la Chiesa dell’Istituto Nostra Signora della Mercede a San Felice Circeo. Qui collabora allo sviluppo architettonico ed urbanistico del comune, realizzando molti edifici pubblici e privati. Tra il 1952 ed il 1953 realizza a Latina il Calzificio del Mezzogiorno ed il Teatro Massimo di Lecce. Nel 25° anno dalla fondazione del Centro Sperimentale di Cinematografia riceve la medaglia d’oro in qualità di architetto e docente. Nel 1963 partecipa al 15° Congresso Internazionale della Tecnica Cinematografica con la relazione “Cineteatri di posa e meccanismi spaziali”. Muore a Roma il 30 giugno 1975.
Il Centro Studi di Cultura, Economia e Divulgazione del Cinema gli conferisce post mortem un riconoscimento alla memoria per la sua lunga attività e creatività. Il 31 maggio 1988 a Sora gli viene intitolato l’Istituto Statale d’Arte, ed il 14 luglio del 2000 anche l’ex Campo Boario, trasformato in Parco, che accoglie al suo interno un Caro di Tespi.