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Chi era: Papa Leone XIII (1878-1903)
Nato a: Carpineto Romano, presso Anagni, il 2 marzo 1810

Nacque da una famiglia di antica nobiltà, Ludovico ed Anna Prosperi Buzi di Cori. Studiò a Viterbo ed al Collegio Romano, presso i Gesuiti, entrando nel 1832 all’accademia dei Nobili Ecclesiastici. Nel 1837, ordinato sacerdote ed inviato a Benevento come Legato Apostolico; nel 1841, con lo stesso titolo, fu a Perugia e successivamente nunzio a Bruxelles. In questa occasione mostrò grande abilità diplomatica, per cui fu eletto arcivescovo di Perugia nel 1846, ove rimase finchè fu eletto papa. Nel 1853 papa Pio IX gli diede la porpora cardinalizia e divenne camerlengo del Conclave. Morto Pio IX fu consacrato papa in S. Pietro il 3 marzo 1878 e assunse il nome di Leone XIII; anziché benedire il popolo dalla loggia esterna prospiciente la piazza, lo fece da quella sporgente nell’interno della basilica.

Fu papa eminentemente politico e di larghe vedute sociali. In effetti nei primi dieci anni del suo pontificato, Leone XIII nel rapporto con l’Italia non si allontana dalla linea di Pio IX; i cattolici devono mantenersi fedeli al “non expedit”, nel rifiuto della partecipazione alla vita pubblica. Famose le sue enciclice, tra cui la “Rerum Novarum” del 15 maggio 1891, che riaffermavano, contro le tesi socialiste, gli ideali cristiani di concordia e fratellanza nel mondo del lavoro. La Rerum Novarum, in particolare, emana delle proposte sociali nell’invito agli uomini di governo ad osservare la legge morale della giustizia, evitando la guerra di classe, con un aiuto concreto ai meno abbienti, ai poveri e un dialogo di collaborazione tra padroni e operai. Era la prima presa di posizione della chiesa cattolica di fronte ai problemi del mondo operaio; l’enciclica tendeva da un lato a colpire le classi liberali perlopiù anticlericali che dominavano la politica degli Stati europei, dall’altro a sottrarre le masse operaie alla crescente influenza socialista. Ma anche se l’enciclica ebbe un’enorme risonanza, arrivava in ritardo, sfondava una porta aperta; il socialismo si era già impadronito delle masse e il papa Pecci oltretutto parlava da aristocratico qual era. Si oppose energicamente alla lotta aggressiva condotta in Germania contro i cattolici dal cancelliere di ferro Bismark.

Nel 1897 fondò ad Anagni, il Collegio dei Gesuiti che porta il suo nome (Pontificio Collegio Leoniano) che costò all’epoca circa 2.000.000 di lire. Successivamente con generose offerte, contribuì alla costruzione dell’Ospedale Civile, sempre ad Anagni, che fu inaugurato nel 1899. Indisse il giubileo nel 1900, non più celebrato ormi da 75 annni, a parte quello a “porte chiuse” di Pio IX, malgrado il parere sfavorevole della sua corte: a riprova della sua forte personalità. Mecenate delle lettere, scienze ed arti, ma anche squisito poeta latino. Aprì gli Archivi Segreti Vaticani, che dettero impulso alle verità storiche. Al suo paese natìo, Carpineto, riservò tutte le migliori realizzazioni sociali e civili: la sua munificenza sarà immensa, profusa negli ori murali, nei marmi e in certe soluzioni urbanistiche, e giustamente è stata chiamata “Era Leoniana”.

Morì il 20 luglio 1903 dopo 25 anni di pontificato: sepolto temporaneamente in Vaticano, vent’anni dopo sarà tumulato in un grandioso mausoleo, opera di Giulio Padolini, in S. Giovanni in Laterano.

 
 

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