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Il primo nucleo di Palazzo Cardelli fu costruito nel XVI secolo dal barone napoletano Inversi, la cui figlia sposò un Cardelli di Arpino ed ereditò tutti i beni. Due secoli più tardi fu ampliata l’ala di via Fossaceca. Interessanti l’atrio dal sapore austero e vagamente monastico e le ringhiere in ferro battuto di forma bombata con sopra scolpito il cardellino, simbolo della famiglia. Numerosi i personaggi illustri ospitati nelle stanze del palazzo: nei primi di novembre del 1943, per sfuggire alla guerra e ai nazisti, trovò asilo il regista Ludovico Visconti; nell’autunno del 1949, assieme a Franco Zeffirelli, Antonio Pietrangeli, Suso Cecchi D’Amico e due segretarie, si trasferirà di nuovo dai Cardelli per scrivere la sceneggiatura del film "La corazza d’oro", poi girato da Jean Renoir nel 1952.

Palazzo Gramegna dal grosso portale in pietra incorniciato che ci introduce nello scalone d’onore e nel salone delle feste di don Ferdinando Gramegna (1863 – 1942), ultimo esponente di quella borghesia gaudente, di stampo ottocentesco, che lentamente si avviava al tramonto. Elegante, raffinato, generoso, accordò ospitalità a tutti senza badare a spese. Tra gli artisti che ammirarono le sue serate, va ricordato il cantante Ernesto de Curtis (1875-1937), il nipote di Totò, che scrisse canzoni e romanze famose in tutto il mondo: Torna a Surriento (1904), Tu ca nun chiagne (1915), composta durante la sua permanenza a Settefrati e "Oi Marì", dedicata a Maria Falcone la nipote di don Ferdinando. Esteta, appassionato di teatro e belle donne, capitava spesso che durante i suoi viaggi a Parigi si innamorava di avvenenti attrici e ballerine, che pur di avere accanto a sé, ospitava in casa per diversi mesi assieme a tutta la compagnia.

Palazzo Venturini, di origine medioevale, fu ampliato nel corso del Settecento e costituisce la testata del tridente viario che struttura il borgo medioevale: Via Fossaceca, Via Campo Dei Fiori e Via Cardelli. Originaria di Settefrati, la famiglia Venturini rafforzò il proprio peso nel cominese legandosi in matrimonio alle più importanti casate della Valle. Protagonista della vita pubblica cittadina, la famiglia diete al paese numerosi sindaci. Tra questi: Antonio Venturini (1761-1833), controrivoluzionario e leale sostenitore di Re Ferdinando IV di Borbone; Pasquale Venturini (1813-1869), fu anche primo cittadino di Vicalvi; Aniceto Venturini (1843-1887), artefice della modernizzazione urbanistica di Settefrati grazie alle numerose opere pubbliche realizzate; Pasquale Venturini fu anche Presidente del Tribunale di Cassino e magistrato di fama.

 

 
 

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