Castrocielo - Area Archeologica Antica "Aquinum"
Chi viene da Roma percorrendo la A1, al casello autostradale detto di Pontecorvo-Castrocielo, ma interamente in territorio di Castrocielo (100 Km a Sud di Roma), abbandonata l'importante arteria, si trova immediatamente a contatto di un'invidiabile realtà storica, archeologica e culturale: è l'area archeologica di Aquinum, nella quale si entra percorrendo la strada a destra, appena superato il ponte sull'autostrada.
Il perimetro della colonia romana è quasi tutto in territorio di Catrocielo. Questo paese non grande della provincia di Frosinone, che conta poco meno di quattro mila abitanti ed ha un'estensione di Kmq 27,89, ha ereditato una grande responsabilità di fronte alla storia.
È attraversato dalla Via Latina, della quale si possono ammirare fra le due porte (la orientale, detta anche Capuana, conservata intatta, e la occidentale, crollata in loco) resti imponenti con antico basolato; ma altri monumenti emergenti, tutti fotografati dalla R.A.F. il 22 febbraio 1944 ad una quota di m. 5.700, fanno dell'area archeologica di Aquinum un unicum degno della massima attenzione: basti pensare ai resti importanti del Capitolium, un grande edificio, forse destinato al culto di Cerere Elvina; ad una postazione militare conservata all'ingresso della porta occidentale, all'anfiteatro che ha subito danni irrimediabili dalla costruzione dell' A1, al cosiddetto edificio absidato, recentemente restaurato, ai resti delle mura della colonia romana, un tratto delle quali è molto ben conservato, e poi, a pochissimi metri, ancora resti della Via Latina, con la porta Capuana, e non lontano, l'arco di Marc'Antonio.
Le fonti che ci parlano della colonia romana sono tante. Cicerone attraversava Aquinum per recarsi nella sua villa di Formia e vi passò l'ultima volta nel 43 a.C., quando invano tentò di sfuggire ai sicari di Antonio che raggiuntolo nei pressi del suo podere, in quel di Gaeta, il 7 dicembre, lo uccisero; per la via Latina, in Aquinum, passò Antonio, dopo aver gozzovigliato a Casinum nella villa di Marco Terenzio Marrone; di Aquinum parla il poeta latino Giovenale, al quale piaceva ritirarsi nelle fresche campagne della colonia per sfuggire al calore delle estati romane; Livio, lo storico di Roma, ci descrive il passaggio di Annibale per la via Latina in territorio Aquinate nel 211 a. C.; Orazio, in una satira, testimonia l'esistenza in Aquinum di un'industria atta ad imitare con qualche succo vegetale, il colore della vera porpora, quella di Sidone; Strabone, il geografo greco vissuto tra la seconda metà del 1° secolo a.C. e l'inizio dell'era volgare, nel V libro della sua opera, dopo aver descritto la posizione di Roma, il carattere dei Romani, i loro costumi e la loro religione, tratta delle altre città del Lazio, osservando che la maggior parte di esse è sita lungo le vie più famose che attraversano il Lazio, fra le quali va annoverata la Via Latina che tocca città importanti come Aquinum, diversa dalle altre, sia perché divisa in due dalla Via Latina, sia perché bagnata dalle gelide acque del fiume Melfa; secondo una testimonianza dello storico Tacito, nella colonia Aquinate si confinavano gli avversari politici da parte di chi teneva il potere. Lì fu relegato Dolabella, sotto una sorveglianza né stretta né dissimulata, e senza colpe precise, se non per la lontana eventualità che in forza della sua nobiltà potesse aspirare al potere.
Simili testimonianze, tutte documentate dalle fonti, sono sufficienti a dire dell'importanza del luogo, favorito oggi da una serie di fattori vantaggiosi. Lasciato il perimetro della colonia romana, con i suoi eccezionali resti emergenti, superato il passaggio a livello della linea ferroviaria Roma-Cassino, si esce sulla S.S. n. 6 - Casilina - , l'importante arteria che da Roma passa per Cassino sino a Napoli.
In cinque minuti si può raggiungere Roccasecca, patria di San Tommaso, in 10 minuti si arriva a Cassino, in 20 a Montecassino.
Le facili vie di comunicazione in senso Nord-Sud (l'autostrada Roma-Napoli, la linea ferroviaria Roma-Napoli, la via Casilina, la linea Alta Velocità) , l'estrema facilità con la quale si possono raggiungere Roccasecca, Cassino e Montecassino, rendono consigliabile se non più vantaggioso l'abbandono dell'autostrada del sole all'uscita precedente quella di Cassino, in territorio di Castrocielo; la località che si tocca, come è facile rilevare, non solo non ritarda il raggiungimento di mete più ambite (Cassino e Montecassino), ma addirittura abbrevia il tempo di percorrenza per la evidente facilità delle vie di comunicazione alternative all'autostrada del sole; c'è da aggiungere, poi, (e questo non è secondario) l'interesse storico, archeologico e culturale suscitato dalla visita dei notevoli resti emergenti della colonia romana di Aquinum, in territorio di Castrocielo, visita che non richiede tempo eccessivo, e che risulta indispensabile per una conoscenza più completa della zona.
IL BUSTO DI GIULIO CESARE SCOPERTO IN CIOCIARIA AD AQUINUM ?
Scoperte a Castrocielo tre teste marmo di epoca romana durante i recenti scavi nel sito di Aquinum in territorio di Castrocielo, provincia di Frosinone nella regione Lazio.
La prima è di Eracle, un'altra di una donna ed una terza, più raffinata sembra essere di Giulio Cesare. La straordinaria scoperta è stata annunciata dal sindaco di Castrocielo Filippo Materiale e dal Direttore degli scavi Giuseppe Ceraudo a capo dell’equipe un dell’ateneo salentino. Di Aquinum parla il poeta satirico latino Giovenale, al quale piaceva ritirarsi nelle fresche campagne della colonia per sfuggire alla calura delle estati romane; Livio, lo storico di Roma, ci descrive il passaggio di Annibale per la Via Latina in territorio Aquinate nel 211 a.C.; Orazio in una satira testimonia l’esistenza in Aquinum di una industria atta ad imitare con qualche succo vegetale, il colore della vera porpora, quella di Sidone; Strabone, il geografo greco vissuto tra la seconda metà del I° secolo a.C. e l’inizio dell’era volgare, nel quinto libro della sua opera, dopo aver descritto la posizione di Roma, il carattere dei Romani, i loro costumi e la loro religione, tratta delle altre città del Lazio, osservando che la maggior parte di esse è sita lungo le vie più famose che attraversano il Lazio, fra le quali va annoverata la Via Latina che tocca città importanti, come Aquinum, diversa dalle altre sia perchè divisa in due dalla Via Latina, sia perchè bagnata dalle gelide acque del fiume Melfa; secondo una testimonianza dello storico Tacito, nella colonia aquinate si confinavano gli avversari politici da parte di chi deteneva il potere. Lì fu relegato Dolabella, sotto una sorveglianza né stretta ne dissimulata, e senza colpe precise, se non per la lontana eventualità che in forza della sua nobiltà potesse aspirare al potere.