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Altri personaggi
Rinaldo d'Aquino
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Chi era: è ritenuto il padre della poesia volgare
Nato a: Aquino
Visse nel XIII secolo, forse fra il 1227 e il 1228. La sua biografia è alquanto incerta. Si pensa che fosse il fratello di san Tommaso d'Aquino. Altri sostengono che la sua provenienza sia da Montella (Avellino) già feudo dei Conti d'Aquino.
Dante, nel trattato De Vulgari Eloquentia, riporta alcuni frammenti della sua opera e si riferisce a questo poeta come il «meridionale del continente». Rinaldo d'Aquino fu un poeta appartenente alla scuola siciliana di Federico II. Nominato falconiere dell'imperatore Federico II nel 1240, pare abbia poi tradito Manfredi alleandosi con Carlo I d'Angiò, che gli donò un feudo a Roccasecca. Chiamato messere in alcuni canzonieri, di lui rimangono un sonetto e dodici canzoni in cui svolge il tema amoroso. Importanti in particolare la canzone Per fin'amore vao sì allegramente (piacque in particolare a Alighieri, che la cita due volte: De Vulgari Eloquentia, II, V, 4; e I, XII, 8) e il lamento per la partenza del crociato Giamai non mi conforto in cui sono toni popolareggianti, dedicata alla Sesta crociata del 1227-28, quella che vide partecipe l'imperatore. Un autore dotto e non "popolare", capace però di toni che si rivolgono al popolo.
Dante, nel trattato De Vulgari Eloquentia, riporta alcuni frammenti della sua opera e si riferisce a questo poeta come il «meridionale del continente». Rinaldo d'Aquino fu un poeta appartenente alla scuola siciliana di Federico II. Nominato falconiere dell'imperatore Federico II nel 1240, pare abbia poi tradito Manfredi alleandosi con Carlo I d'Angiò, che gli donò un feudo a Roccasecca. Chiamato messere in alcuni canzonieri, di lui rimangono un sonetto e dodici canzoni in cui svolge il tema amoroso. Importanti in particolare la canzone Per fin'amore vao sì allegramente (piacque in particolare a Alighieri, che la cita due volte: De Vulgari Eloquentia, II, V, 4; e I, XII, 8) e il lamento per la partenza del crociato Giamai non mi conforto in cui sono toni popolareggianti, dedicata alla Sesta crociata del 1227-28, quella che vide partecipe l'imperatore. Un autore dotto e non "popolare", capace però di toni che si rivolgono al popolo.