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Nacque a San Donato Val di Comino, dal notaio Eugenio e da Rosalba Tempesta, il 19 luglio 1802.
Compì gli studi a Sora e a Napoli, dove si trasferì e rimase per circa 40 anni, sotto valenti insegnanti. Dotato di un'intelligenza molto curiosa ed acuta, di tenace memoria, si dedicò allo studio delle discipline classiche ed ecclesiastiche, dimostrando particolare passione per l'archeologia sacra e la storia ecclesiastica oltre che per la papirologia e la paleografia. Rivelò dapprima il suo valore in Teologia, poi dimostrò competenza nelle altre materie.
Addetto fin da giovane alla Biblioteca Reale di Napoli, vi percorse con lode i vari gradi, fino ai più elevati.
Valentissimo interprete di papiri, fu nominato socio e poi Presidente dell'Accademia Ercolanese di Archeologia. Resse all'Università di Napoli la cattedra di storia ecclesiastica, detta allora storia dei Concili. Le dotte e numerose pubblicazioni del Quadrari si riferiscono alle discipline citate.
Da giovane scrisse una “Dissertazione” (Napoli, 1829 e 1840) in latino su un argomento essenziale di teologia, cioè sulla natura del dogma cattolico e sull'uso indebito del ragionamento per determinarlo.
Molta risonanza ebbe una conferenza che egli tenne presso l'Accademia Arcivescovile di Napoli, dal titolo “Sulla calunnia di indifferenza del domma apposta agli antichi cristiani da Giuseppe De Potter” (Napoli, 1842), con la quale combatté efficacemente  le affermazioni del citato storico olandese del Cristianesimo, secondo cui nei primi tempi di esso non si attribuiva alcun valore al contenuto della fede, non ancora bene stabilito, ma si aveva solo interesse per questioni riguardanti la disciplina ecclesiastica e le pratiche del culto.
Di carattere storico-ecclesiastico sono pure le osservazioni “Sulle tavole cronologiche critiche del I secolo della Chiesa del Padre Ignazio Mozzoni” in “La Scienza e la Fede” (Napoli, febbraio 1854). Egli, rilevando il pregio e l'utilità di quest'opera, ne discute e corregge alcuni punti che giudica inesatti, e rivela in tal modo profonda conoscenza della materia nonché un singolare discernimento nelle questioni teologiche.
Un altro notevole lavoro del Quadrari appartiene alla Papirologia e tratta “Della duplicità della carta papiracea appo gli antichi e del loro scrivere non opistografo” in “Memorie della Reale Accademia Ercolanese di Archeologia” (Napoli, 1856). Qui egli corregge con argomenti e prove convincenti ed importanti alcune notizie errate, diffuse per l'autorevolezza del Winckelmann, intorno alla costituzione della carta papiracea.
Il Quadrari fu molto legato alla Corte Borbonica e, alla morte di Ferdinando II, ne lesse la commemorazione (edita poi a Napoli nel 1859) nelle esequie celebrate all'Università al Gesù Vecchio.
Cessato nel 1860 il governo borbonico, Quadrari lasciò Napoli, dov'era quasi sempre vissuto, e ritornò nel paese natio, sperando di trovarvi la tranquillità di studioso. Invece, per il suo passato di attaccamento al vecchio regime, dovette sopportare, senza alcuna personale sua colpa, delle gravi persecuzioni che sfociarono nel suo arresto.
Durante la sua permanenza a Napoli, si interessò anche di far restaurare e di rimettere a nuovo la sua antica casa paterna in Piazza Tolosa – ora Piazza Giustino Quadrari – situata nelle adiacenze della Chiesa di Santa Maria e Marcello. Furono le brave ed oneste maestranze sandonatesi ad edificarla in stile settecentesco su progetto di un architetto napoletano e si presenta, ancora oggi, come un gran bel palazzo signorile.
Stimato e rispettato dalla maggioranza della popolazione, il Quadrari, riconosciuto persona dotta ed erudita, fu, invece, durante gli ultimi dieci anni che visse a San Donato Val di Comino, mal visto e combattuto da quelle poche locali famiglie liberali, contrarie evidentemente ai borbonici, allo scopo di mantenere sempre acceso il dissidio, non direttamente con lui ma con un suo stretto parente.
Il Quadrari, come si è detto in precedenza, fu arrestato, insieme al fratello Domenicantonio, nel marzo del 1862 su denuncia del sindaco Tommaso Gramegna e dopo sette mesi trascorsi nelle carceri di Alvito e Sora fu assolto insieme agli altri imputati. Risultarono per tutti, e specialmente per lui, non veritiere le accuse presentate dal primo cittadino sandonatese.
Morì a San Donato Val di Comino il 4 agosto 1871. Due anni dopo la sua morte. Nel 1873, la giunta comunale di San Donato Val di Comino, con in testa il sindaco Carlo Coletti, decise per onorare l'illustre compaesano di denominare la Piazza Tolosa con il suo nome e di deporre nella Chiesa di Santa Maria e Marcello un suo artistico busto marmoreo con l'epigrafe: “Iustino Quadrari / qui sacerdotio initiatus / virtute ingenio eruditione excellens / litterariis muneribus honoribusque auctus / doctis praesertim  libris in lucem editis / magnam sibi et patriae laudem peperit / hic herculanensium papyrorum interpres / alter a praefecto regiae bibliothecae praepositus / historiae et archeologiae ecclesiasticae p. professor / decem ante obitum annis Neapoli donum privatus repetens / temporum hominumque iniuriis patientissime toleratis / Pr. Non. Aug. A. MDCCCLXXI subito morbo interceptus / Sanctissime quievit in pace annos natus P. M. LXIX”.  

Bibliografia:
- G. Giucci, “Notizie biografiche di Giustino Quadrari”, Napoli, 1846.
- A. Lauri, “Dizionario dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro, antichi e moderni”, Sora, 1915.

 
 

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