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Sin dalle origini si era resa necessaria per la difesa dell’abitato la creazione di una cinta muraria continua rafforzata da torri e contrafforti nel lato nord est, mentre gli altri versanti erano sufficientemente protetti dai muri perimetrali delle case, resi sicuri da strapiombi e pendii rocciosi. Delle mura più antiche sono ora visibili solo pochi tratti risalenti all’XI secolo circa. In particolare, le quattordici torrette quadrate e cilindriche dislocate lungo il tratto da nord-est a sud, semidistrutte dal terremoto del 1703 e poi restaurate, emergono dal tessuto edilizio, inglobate nelle abitazioni, mentre altre sono mozzate.

Caratteristiche il gruppo di tre torri disposte a corona intorno alla grande Torre pentagonale del Castello. Nelle immediate vicinanze sussistono altri due torrioni semicircolari, sicuramente databili al XIV secolo con il palese intento di accrescere al massimo la difesa della Porta d’accesso al paese così vicino alla fortezza. Si tratta della cosiddetta “Porta del Rione” (oggi Orione), così menzionata nel Catasto Gregoriano, demolita all’inizio del XX secolo per allargare la sede stradale. L’accesso da sud ovest era garantito dalla “Porta della Valle”, posta sulla stretta Valle dell’Amaseno. Detta porta ebbe una lunga storia: venne restaurata nel 1696; spostata sotto la dominazione francese, nel 1815, per la sistemazione di una nuova strada; venne abbattuta nella seconda metà del XIX secolo quando il piano stradale fu rialzato con mura a volte di sostegno che formarono un largo, oggi denominato “Porta della Valle”.

Delle cinque porte dell’antico abitato, ne rimangono tre: la Porta dei Codardi, di San Rocco e della Scrima. A sud troviamo “Porta dei Codardi” il cui nome le deriva dall’episodio storico più saliente della città, allorché nel 1495 le truppe di Carlo VIII riuscirono a penetrare nella città mettendola a ferro e fuoco. I soldati mercenari che erano tra i difensori, abbandonata la lotta, fuggirono verso sud uscendo da quella Porta che da allora ricevette questo nome. Si tratta di un arco a tutto sesto, di modeste proporzioni con una datazione all’XI o al massimo ai primi del XII secolo, rivolta verso Strangolagalli-Boville.

La seconda, “Porta della Rendola o di S. Rocco” ad arco acuto e mensole sporgenti vicina ad una torre, è rivolta verso l’agro Canneto. La terza, “Porta della Scrima”, aperta nelle vicinanze della chiesa di San Pietro de Arenula, è diretta verso le campagne e oggi appare la più complessa delle tre porte rimaste: l’arco a tutto sesto è dentro un fabbricato che forma un doppio accesso, realizzato sicuramente nel XIII secolo.

 

 
 

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