Un’antica pubblicazione sulle specie orticole del 1830 indica, nell’allora Principato di Pontecorvo, che la coltivazione del Peperone corno di bue era diffusa su tutto il territorio e in uso già da diversi secoli. Il riconoscimento della D.O.P. nel 2010 ha reso possibile lo sviluppo di colture professionali. Le caratteristiche che distinguono il Peperone di Pontecorvo dagli altri della stessa specie sono da ricondurre alla particolare condizione pedoclimatica della Valle del Liri; i terreni di coltura sono in gran parte sciolti ma con buona presenza di argilla e calcare, permeabili quanto basta a smaltire gli eccessi di acqua e risultano ricchi di potassio, dato che contribuisce a rendere il peperone di qualità superiore ad altri. La coltivazione inizia a marzo con lo sviluppo delle piantine in semenzaio, a maggio poi sono messe a dimora nei campi per poi essere raccolte nella prima metà di agosto. La coltura del Peperone di Pontecorvo esige molte attenzioni, dalla preparazione dei terreni alla concimazione, senza tralasciare un’attenta gestione dell’acqua.
Il Peperone di Pontecorvo si presenta generalmente di colore rosso con la classica forma allungata a corno di bue, la lunghezza può variare dai 18 ai 14 cm. La polpa è consistente e sapida, la buccia sottilissima e tende a sciogliersi delicatamente durante la masticazione, per questo il peperone risulta più digeribile.
L’area geografica di produzione e confezionamento del Peperone di Pontecorvo comprende il territorio amministrativo del comune di Pontecorvo e parti dei territori dei comini di Esperia, San Giorgio a Liri, Pignataro Interamna, Villa Santa Lucia, Piedimonte San Germano, Aquino, Castrocielo, Roccasecca e San Giovanni Incarico.