Animale antico, già noto ai romani, il nero casertano era considerato fino al 1800 come il migliore suino da carne italiano, infatti era esportato in tutto il mondo per migliorare le altre razze. Allevato fino ai primi anni ’50 in molte zone del centro sud Italia, tra cui la Provincia di Frosinone, questo maiale ha rischiato l’estinzione perché soppiantato da razze più proficue.
Negli ultimi anni grazie al lavoro paziente e controtendenza di qualche allevatore ha ricominciato a popolare i nostri boschi. In Provincia di Frosinone, il ripopolamento si è avviato grazie al lavoro dell’Istituto Agrario, centro di riproduzione e tutela del nero autorizzato dalla Regione Lazio.
Comunemente chiamato “pelatello” per via dell’assenza di setole, il nero casertano si caratterizza per il manto scuro, la presenza di protuberanze ai lati del collo, i cosiddetti “bargigli”, gli arti corti e un tessuto adiposo particolarmente sviluppato. Le carni di questo maiale, ideali per essere consumate fresche e in cotture alla brace, sono particolarmente tenere, gustose e succose, merito dell’accentuata marezzatura. Anche nelle preparazioni di norcineria, le carni del nero regalano veri e propri scrigni del gusto, dal classico prosciutto alle tradizionali salsicce, dal lardo alla coppa.
La zona di allevamento e produzione comprende tutta la Provincia di Frosinone, ma in particolare i comuni di: Arpino, Acuto, Frosinone, Vallemaio, San Donato Valcomino, Picinisco e Atina.