Chi era: Quella di Maria De Mattias fu una esistenza vissuta nel solo desiderio di dar gusto a Gesù che le aveva rubato il cuore sin dalla giovinezza e nell’impegno gioioso di salvare il “caro prossimo” dall’ignoranza del mistero d’amore di Dio per l’umanità. Tutto questo non le fece risparmiare fatica; non si abbatté nelle contrarietà; operò sempre in profonda comunione con la Chiesa locale, quella universale e per amore di essa. Morta a Roma il 20 agosto 1866, Maria De Mattias fu sepolta nel Cimitero del Verano per desiderio dello stesso Pio IX il quale scelse per lei la tomba e vi fece realizzare un bassorilievo della visione di Ezechiele: ossa aride, audite verbum Domini. La sua fama di santità non diminuì dopo la morte e, iniziato il Processo di Beatificazione a 30 anni da essa, fu Beatificata da Pio XII il 1° ottobre 1950. Il 18 maggio 2003 Papa Giovanni Paolo II proclama santa Maria De Mattias.
Tratto dal sito: www.vatican.vaMaria De Mattias nacque il 4 febbraio 1805 a Vallecorsa, provincia di Frosinone, ultimo paese dello Stato Pontificio. Ricchezza e cultura non mancavano nella sua famiglia – anche se alle donne era proibito studiare – come pure una profonda fede cristiana. Attraverso il dialogo con il papà ella apprese e interiorizzò non solo le verità della fede, ma soprattutto episodi e figure della Sacra Scrittura che egli le leggeva sin dalla tenera età, e sviluppò un grande amore a Gesù, Agnello immolato per la salvezza dell’umanità. Tutto questo avveniva mentre il paese e i dintorni vivevano il periodo tragico del brigantaggio: 1810 – 1825. Nell’anima di Maria, infatti, maturava un confronto tra il sangue umano versato nell’odio e nella vendetta, e quello di Cristo versato per amore, Sangue che salva.
Senza istruzione, senza contatti con l’esterno a causa del suo ceto sociale, Maria visse la fanciullezza e prima adolescenza ripiegata a contemplare la sua bellezza. Ma giunta all’età di 16 – 17 anni andò alla ricerca del senso della propria vita: sentì il bisogno di un amore senza confini. Fu sempre attraverso il dialogo con il papà a cui rivelò il suo buio interiore e il suo affidarsi alla Madonna perché le desse lume, che Dio le fece sperimentare in modo mistico la bellezza del suo amore che si è manifestato nella sua pienezza in Cristo Crocifisso, in Cristo che dona tutto il suo Sangue. Fu proprio questa esperienza la sorgente, la forza, la motivazione che la portò sulle strade d’Italia per far conoscere a tutti l’Amore tenero del Padre Celeste, come ella diceva; o l’Amore Crocifisso Gesù.
Era convinta, infatti, che la riforma della società nasce dal cuore della persona e che, questa, si trasforma quando giunge a comprendere quanto preziosa sia agli occhi di Dio, di quanto amore è stata fatta oggetto: Gesù ha dato tutto il suo Sangue per riscattarla. Era stata la sua esperienza , per questo cercava di condurre tutti, piccoli e grandi, a scoprire quello che a lei era stato svelato e che l’aveva trasformata. Che questa trasformazione fosse possibile in tutti lo aveva sperimentato anche nel 1822, appunto a 17 anni, quando San Gaspare Del Bufalo andò a predicare a Vallecorsa una missione popolare e la giovane vide il paese trasformato. Fu in quella occasione che nel suo cuore nacque il sogno di fare come lui. Sotto la guida di un compagno di San Gaspare, Venerabile Don Giovanni Merlini, ella fondò la Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo in Acuto (Frosinone) il 4 marzo 1834, all’età di 29 anni.
Era stata chiamata per fare scuola alle fanciulle – aveva imparato da sola a leggere e a scrivere – dall’Amministratore di Anagni, Mons. Giuseppe Maria Lais. Maria, però, che si portava dentro il sogno della riforma della società e del mondo, non si limitò alla scuola, ma radunò mamme e giovani per catechizzarle, per innamorarle di Gesù ed educarle a vivere cristianamente, secondo il proprio stato. Gli uomini a cui non poteva parlare, secondo il costume del tempo, andavano spontaneamente ad ascoltarla ed anche di nascosto; i pastori, abbandonati a sé stessi chiesero di essere istruiti da lei e per di più dopo il calar del sole; la gente accorreva alle funzioni sacre per ascoltare la maestra.
Maria così, da ragazza timida e introversa, era diventata una predicatrice che affascinava le fanciulle, gli adulti, i semplici e le persone colte, i laici e i sacerdoti perché, quando parlava di Gesù e dei misteri della fede era come se avesse visto di persona quelle realtà. Il suo desiderio struggente era infatti che neppure una goccia del Sangue Divino andasse perduta; che raggiungesse tutti i peccatori per purificarli e perché, lavati in quel fiume di misericordia, ritrovassero la via giusta per la pace e la comunione tra gli uomini. Questo ardore coinvolse molte giovani e, attraverso di loro, la De Mattias poté aprire circa 70 comunità di cui 3 in Germania ed Inghilterra, quasi tutte in piccoli paesi abbandonati del Centro Italia, fatta eccezione di Roma in cui fu chiamata dallo stesso Pio IX per l’Ospizio di San Luigi e per la Scuola di Civitavecchia.