Splendido alle falde del Monte Scalambra, all’ombra dei lecci e dei lauri secolari, visto dal basso, appare come una fortezza di pace, di meditazione e di fede, di fede Francescana. La visita al Convento è particolarmente suggestiva, sia per la cornice naturale dove sorge, sia per l’atmosfera di raccoglimento e di spiritualità che lo circonda. Il Convento e la Chiesa di San Lorenzo, a 850 metri di altitudine, si ergono in mezzo al verde, rinnovati e ristrutturati dopo le devastazioni subite durante i bombardamenti aerei degli Alleati del 1944.
La Chiesa dopo circa dieci anni di forzata chiusura al culto, è stata riconsacrata il 23 agosto 1954 e custodisce l’urna contenente i resti del beato Andrea Conti. L’edificio è di tardo stile barocco, identico per struttura e dimensioni a quello di Sant’Andrea al Quirinale di Roma. La Chiesa ed il Convento sono retti dai Frati Minori Conventuali e dedicati all’Arcidiacono e Martire della Chiesa Romana, S. Lorenzo, la cui festività ricorre il 10 agosto. Attributi di S. Lorenzo che in genere viene raffigurato giovane, a capo scoperto e con la dalmatica (veste liturgica a forma di tunica, a maniche corte e bordate di porpora) sono: il libro dei vangeli, la Croce Passionale, la borsa colma di monete d’oro e la graticola, strumento del suo martirio.
Il Convento di San Francesco, sotto il titolo di San Lorenzo, fu fondato, si narra, dal Sacrificio di Assisi, San Francesco, intorno al 1215-1223, di ritorno dalla Terra Santa, mentre era diretto verso Subiaco, su un terreno alle falde dello Scalambra, donato dal Cardinale Giovanni Colonna. Nel 1215, il Cardinale Giovanni Colonna, Vescovo di Sabina, mise a disposizione dell’Ordine Francescano, una piccola zona dei suoi possedimenti alle falde del Monte Scalambra, verso la zona dove la montagna, attenuando la sua pendenza, degrada su alture collinose come su un terrazzo aperto sulla Valle del Sacco, dove c’era una cascina che sarebbe stata un buon ritiro per i frati. San Francesco vi si recò per rendersi personalmente conto delle condizioni del luogo e per stabilirvi i primi frati sullo Scalambra sotto la protezione del Martire San Lorenzo, Patrono di Piglio.
Nel 1958 al Poverello d’Assisi è stata dedicata una statua con l’iscrizione del Cantico delle Creature, vicino alla Chiesa. Nel Convento soggiornarono numerosi e benemeriti Uomini e Frati Minori. Nel 1424 il luogo sacro accolse i resti di Benedetto da Pileo, il più insigne degli umanisti laziali. Vi soggiornò P.M. Giacomo da Bagnocavallo; per circa sei anni vi visse il servo di Dio Francesco Rutini.
Il 13 luglio del 1788 vi fu sepolto P. Felice Andrea Guanciali di Zagarolo vissuto a Piglio molto santamente; nel Convento è stata sepolta anche la Terziaria Francescana Antonia Spirito di Piglio. Sembra inoltre che nel Convento abbia trascorso qualche tempo nientemeno che Pier d’Isernia cioè Papa Celestino V. Visse qualche tempo con i confratelli di Piglio, San Carlo da Sezze, umile fraticello francescano illetterato (uomo senza lettere) che nel 1640, per ordine dei suoi superiori, si portò a Carpineto Romano, dove curò con grande pietà ed abnegazione i colpiti dalla peste del 1654.
Ospite dei Frati di San Lorenzo verso la fine del secolo XVII fu anche un altro insigne frate: Padre Vincenzo Marco Coronelli da Venezia, il fondatore dell’Accademia dei Moderni Argonauti e che fu creato, nel 1702, Generale di tutto l’Ordine dei Conventuali di San Francesco. Dal 1892 al 1908 vi dimorarono: P. Giovanni di Albano; G. Bongianni, autore della “Vita del B. Andrea Conti”; G. B. Ciavardini di Alatri, conventuale, autore de “Accenni di pie tradizioni sul convento e B. Andrea Conti di Piglio”. Nelle vicinanze del Convento, nella Cappella dedicata al Sacro Cuore, a forma di rotonda, costruita nel 1893 sui ruderi di una antica cappellina, eretta sul luogo ove spesso si recava il Beato Andrea, e sepolto il Padre Maestro Quirico Pignalberi del Serrone, dei frati minori, uomo di grande umiltà, bontà e pietà che con P. Kolbe, santificato da papa Giovanni Paolo II, fondò la “Milizia dell’Immacolata”.
Anche San MassimiIiano Kolbe nel 1937 fu ospite del Convento. Ma soprattutto dobbiamo ricordare il Beato Andrea Conti che visse per oltre quaranta anni in preghiera, in penitenza ed estrema povertà nell’angusta ed umida grotta vicino al Convento. Il 20 agosto del 1943 il Convento fu visitato dal Principe Umberto di Savoia; dopo l’8 settembre 1943 diede rifugio a numerosi ufficiali e sottufficiali italiani, che si sottrassero così all’occupante tedesco. Il 3 aprile 1944 venne occupato da una guarnigione tedesca ed il 12 maggio 1944 fu semidistrutto da un bombardamento aereo degli Anglo-Americani.
In vicinanza del Convento vi è un antro stretto, umido e buio dove visse, isolato dal mondo, il Beato Andrea Conti per circa quaranta anni, una grotta più per covile di fiere che per stanza di uomini. Accanto alla grotta, nel cui interno sulla roccia è stata scolpita la effigie del Beato, vi era un Oratorio ove si venerava una statua in legno del Santo, rappresentato con un libro in mano. La costruzione fu demolita nel 1903. Sempre accanto alla Grotta, sulla rupe si nota una croce, circondata da fori (forse la grotta era protetta da una grata), che si dice impressa dal Beato per fugare il demonio che spesso lo molestava.
Un’altra croce era incisa su un masso isolato situato nella zona, a metà strada fra il Convento di San Lorenzo ed il vecchio borgo di Piglio detta «Cona del Beato Andrea» dove esisteva, eretta in onore del Beato , una “Cona” (da Icona: immagine sacra), una Cappelletta campestre che fu sostituita nel 1835 da un piedistallo che sosteneva un masso ed una croce. Sul masso si inginocchiò il Beato e tracciando un segno di croce in aria liberò Piglio da tutte le infestazioni diaboliche.
Fonte: www.comune.piglio.fr.it
(Ultimo aggiornamento: 9 Luglio 2021)