Le Mura Ciclopiche: mitologia e storia

Le Mura Ciclopiche: mitologia e storia – I centri urbani difesi da possenti circuiti murari ed arroccati sulle alture in posizione strategica sono il segno distintivo dell’antico popolamento della Ciociaria. Quasi tutte queste città hanno origini antichissime, tanto che secondo la mitologia furono fondate dal dio Saturno. Si svilupparono in epoca preromana, come centri ernici e volsci, e divennero poi città romane, abbellite da sontuosi edifici. Le mura sono costruite per lo più in opera poligonale, con enormi blocchi di pietra di impressionanti dimensioni, incastrati fra loro a secco, la cui costruzione è stata attribuita all’opera dei mitici Pelasgi.

Ferentino è forse l’esempio più significativo delle città fortificate, perché le sue mura mostrano, con la sovrapposizione delle diverse tecniche costruttive, il succedersi nel tempo dei vari interventi: sono infatti in poligonale, poi rialzate in opera quadrata ed infine restaurate nel medioevo. La sua acropoli, capolavoro di ingegneria civile, è sostenuta da un potente avancorpo che conserva l’iscrizione con i nomi dei magistrati locali che ne curarono la costruzione alla fine del II sec. a.C., quando fu realizzato anche il grande mercato coperto. Nella città fu costruito nel II sec. d.C. il teatro, ancora visibile nei pressi di Porta Sanguinaria.

Alatri, altro centro della confederazione ernica, è cinta da uno spettacolare circuito murario in poligonale lungo circa 2300 metri. L’acropoli è uno dei monumenti più grandiosi della Ciociaria. Di forma trapezoidale, si erge al centro della città: è sostenuta da mura poligonali alte da 6 a 17metri, che delimitano una spianata sulla quale si eleva la Cattedrale, costruita sulle rovine di un tempio romano.

Veroli, anch’essa in origine ernica, conserva nei pressi della Rocca di San Leucio, l’antica acropoli, i resti delle possenti mura in poligonale, in cui si aprono numerose porte principali e secondarie. Al centro di Veroli, nel cortile della casa medievale Reali, sono visibili i Fasti Verulani (I sec. d.C.), una lunga iscrizione latina che riporta il calendario delle feste civili e religiose e dei mercati periodici della città, che rappresenta un eccezionale documento della vita pubblica di Veroli all’inizio dell’impero.

Una passeggiata davvero suggestiva è quella che conduce ad Arpino, antico centro volsco, la città patria del condottiero Caio Mario, di Marco Tullio Cicerone, e di Marco Vipsanio Agrippa, genero dell’imperatore Augusto e costruttore del Pantheon a Roma. Sull’altura della Civitavecchia, l’antica acropoli che domina il paese, si conservano i grandiosi resti delle fortificazioni in opera poligonale. La porta principale è coperta dal famoso “Arco a Sesto Acuto”, costruito con blocchi gradualmente aggettanti fino a formare un apice, secondo una tecnica antichissima risalente al VII-VI sec. a.C.

Anche Atina è una città fortificata con mura in poligonale, datate al IV-III sec. a.C., i cui resti si conservano sulla via Sferracavallo e nei pressi del cimitero.

Anagni, la città sacra degli ernici, è cinta invece da mura in opera quadrata del IV-III sec. a.C., che sostruiscono anche lo sperone dell’acropoli, sulla cui spianata sorse, nel medioevo, la Cattedrale, costruita sulle strutture di un tempio pagano. Le mura comprendono la straordinaria struttura degli “Arcazzi”, una costruzione su pilastri ed archi, direttamente derivata da modelli della Grecia orientale. Anagni fu famosa per la quantità e l’importanza dei suoi santuari, ma con l’avvento del Cristianesimo le chiese si sostituirono ai templi pagani e divenne la “Città dei Papi”.

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