Le Gole del Melfa e il Tracciolino

Si tratta di un luogo di primitiva e selvaggia bellezza naturalistica , le Gole del Melfa sono un luogo assolutamente magico, in cui davvero si può assaporare il gusto di una natura autentica e primordiale. Le Gole del Melfa e il Tracciolino rappresentano un “Monumento Naturale” grazie al valore geo-botanico, alla presenza della fauna selvatica e alla bellezza di un luogo unico nel territorio. A causa di una diga che sbarra l’alto corso del fiume, il Melfa rimane secco per buona parte dell’anno, ma quando c’è acqua, il Melfa è un fiume bellissimo, con salti e rapide che radunano canoisti dall’Italia e dall’estero.

 

Il Tracciolino è la strada che le attraversa per intero le Gole del Melfa, offre continuamente scorci mozzafiato sul fiume, incastonato tra le ripide pareti delle montagne. Le sue acque, gelide e cristalline, assumono colorazioni esotiche, che vanno dal verde smeraldo allazzurro marino, lungo tutta laffascinante discesa che le porta dai 1021 metri daltitudine della sorgente ai 130 metri della Piana d’Aquino, dove diviene affluente del fiume Liri.
 
Sulle alture più impervie volano e nidificano le aquile reali e numerose specie di rapaci, tra cui il nibbio, il falco, il gheppio. Un incredibile paesaggio selvaggio tra boschi e rupi, grotte ed eremi, cascate e rapide, ben 15 chilometri da Roccasecca a Casalvieri,attraversando i territori dei comuni di Santopadre, Colle San Magno, Arpino, Casalattico, dalla Valle del Liri alla Valle di Comino.
Un vero paradiso per gli amanti degli sport d’acqua e non solo. Un sito che la Comunità Europea ha inserito nella lista dei siti naturalistici più importanti per la presenza di rapaci caprioli e lupi.
Una delle strade più antiche e caratteristiche del Lazio, trait d’union tra la Valle del Liri e la Valle di Comino, porta naturale d’accesso al vicino Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Dal Ponte Vecchio, nei pressi di Roccasecca, una mulattiera scavata nella roccia risale fino all’Eremo dello Spirito Santo, ricavato da grotte preesistenti. Qui nei pressi il fiume Melfa fa un salto di alcuni metri formando la cascata detta appunto dello Spirito Santo o del Muraglione.

Racchiuse in uno scenario naturalistico fra i più belli della penisola nel comprensorio della sono situate le superbe Gole del Melfa e il Massiccio del Monte Cairo. Le gole, formate da rocce calcaree sedimentatesi nel corso delle varie ere geologiche, sono irrorate dalle limpide acque del fiume Melfa, che sgorga in Val Canneto, contrafforte del massiccio del monte Meta, in pieni territori del Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise. Luogo di culto e di suggestiva sacralità di natura, la Val Canneto, prima dell'avvento cristiano, fu interessata al culto della Dea Melfi: posta a protezione delle acque, dei boschi e dalle esalazioni venefiche naturali della terra, da cui il termine mefitico. Nella parte a monte, il fiume, attraversa diversi paesi lungo la piana cominese. Casalattico che deve la sua denominazione all'illustre cittadino, ateniese Tito Pomponio Attico, amico fraterno e cognato di Cicerone, il quale rapito dalla spettacolarità del luogo, edificò una villa e una strada nella soprastante frazione di Montattico di cui si conservano ancora oggi i due toponimi e i resti di una pietra scritta a futura memoria da parte di un libero di Caio Pomponio, oltre al ponte romano sul melfa.
Casalvieri, Domus Olivieri, borgo caratteristico, posto all'inizio delle gole, presenta pregevoli manufatti fra cui il palazzo Fanelli. Si immette poi, nelle gole, in un percorso curvilineo di circa 12Km., affluiscono piccoli torrenti stagionali dai pendii scoscesi delle Tomelle la Pietraia , Vallecontieri dando forma a piscine naturali e rivoli multiformi dal fascino intenso. Erosioni nella roccia creano vere forme scultoree, le marmette dei giganti, pietre levigate e modellate dal vento, il cui unico regista è il binomio acqua e tempo.
Lungo il suo corso il Melfa dà vita ad una fauna che va dalla tipica dei corsi d'acqua dolce a quella del torrente di montagna, alla lacustre migratoria. Acque a tratti stagnanti o torrentizie fredde e gelide che scrosciano, dirompono, mormorano, ammantano di poesia l'ambiente nel silenzio dei suoni naturali. Colori cristallini delle acque che variano, a seconda della cromia del cielo, dal verde smeraldo, all'azzurro cupo marino con una varietà di toni intermedi e irripetibili, perché cangianti al mutare del tempo e dell'ora, una tavolozza variegata che spazia dal fucsia dei tacemi di siliquastro, al crema avorio dei fiori dell'orniello.Un sentiero tortuoso e panoramico, denominato Tracciolino, mette in comunicazione da tempi immemorabili, la Valle di Comino con l'ager aquinate. Al suo approdo, tra Roccasecca e Santopadre, il fiume Melfa già emunto lungo il suo corso, da inghiottitoi naturali, dovuti a fenomeni carsici frequenti in questa tratta di Appennino, si disperde nella piana d'Aquino.
Ciò lo rende abbondante nel periodo invernale, quanto prosciugato nella stagione estiva, contribuendo al fascino di fiume a tratti sotterraneo sposato al territorio con la ciclicità di una clessidra naturale.La fisiologia carsica sopravvive più a sud, nei pressi di Castrocielo, in località Capo d'Acqua dove la caratteristica Chiesetta dei Sette Dolori, si specchia in uno stagno naturale alimentato dai meandri della montagna grazie a questo fenomeno di osmosi idrica quasi di respiro acquatico, sistole diastole del principio del mondo.Su questi declivi fioriscono paesi incantevoli, incastonati da secoli, in questa splendita cornice montana. Arpino, sue prime notizie risalgono a Livio, dopo il trattato di spartizione del 354 a.c. fra i Romani e i Sanniti. Annovera illustri personaggi oltre a Marco Tullio Cicerone: Caio Furio Visellio, giurista, amico di Crasso, Marco Gratidio, prefetto in Cicilia e protetto di Mrco Antonio, Caio Mario il grande condottiero. Castrum Foroli, l'odierna Santopadre, risalente al VI sec. a.C., presenta mirabili reperti d'epoca romana, fra cui i probabili resti della villa del grande poeta satirico GAIOVENALE, sita nei pressi di Monte Campea, in località San Pietro.
Decimo Giunio Giovenale, scriveva nel 60 a.C.: "... appena fuori da quel pandemonio che è Roma, che pace lungo la Via Latina e nella Valle de Liri. Là si può comprare casa, per quanto a Roma si compra una soffitta.
Là puoi avere un orto con un pozzo e un pò di pecore. Là padrone di una zolla di terra, ti senti un uomo". Roccasecca, il borgo che diede i natali a San Tommaso d'Aquino si adagia nel primo abbrivio del Monte Asprano, ricca di resti archeologici. La precede a nord Rocca d'Arce e Arce l'antica (Arx). Cicerone, in due epistole, una dedicata al fratello Quinto, l'altra all'amico Tito Pomponio Attico cita il territorio del monte Arcan, "Arcanum" e di una villa omonima, edificata in questo territorio. Una presenza storica importante che fa il paio sempre nel territorio di Arx con Fregellae, colonia latina fondata dai Romani nell'anno 328 a.C.. La copertura boschiva di questo tratto montano si richiama in parte al clima mediterraneo, con docili leccete che abbondano nel versante meridionale delle Gole del Melfa, le quali insieme al Monte Cairo, Monte Obachelle e Pizzo di Murro Marro costituiscono ad un tempo le propaggini inerne che entrano in contatto con il vivace e più aspro clima appenninico.

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