La Riviera di Ulisse, tratto di costa del Lazio Meridionale della provincia di Latina, è a metà strada tra Roma e Napoli, dal Garigliano al Circeo e intreccia la sua storia con quella della Ciociaria, con una comunanza di interessi e realtà storiche e antropologiche. Già in epoca romana infatti rientrava nel territorio del Latium Novum e successivamente appartenne in parte allo Stato Pontificio come Terra di Marittima e in parte terra al Regno Borbonico.
Con i suoi cento chilometri di litorale la Riviera d’ Ulisse offre una grande varietà di ambienti dove si alternano spiagge di fine rena e promontori rocciosi. Piccolo ma di grande fascino è l’Arcipelago delle Isole Pontine, al centro del Mar Tirreno, con le isole di Ponza, Palmarola, Zannone, Gavi, Ventotene e Santo Stefano. Le isole di origine vulcanica sono ricche di colori straordinari, di ambienti magici, di fondali alti e trasparenti.
Legata inequivocabilmente al destino di Troia, con Ulisse prima ed Enea dopo, la Riviera si presenta oggi come custode indiscussa del patrimonio culturale e artistico dell’insieme di quelle che per secoli furono le colonne portanti del mondo antico. A Baia, il re di Itaca avrebbe seppellito il compagno Baios, morto durante il viaggio, e a Sperlonga, al cospetto del Monte Circeo, individuato come l’isola di Circe, l’eroe omerico si sarebbe trattenuto a lungo con la maga e a Caieta, l’odierna Gaeta, Virgilio fa morire la nutrice di Enea, sepolta dall’eroe troiano in quel sito durante il suo viaggio verso le coste laziali. In questo lembo di terra il mito troiano passa il testimone, poi, ad episodi suggestivi della storia religiosa.
E’ qui che, alla morte di Cristo, la leggenda narra che la montagna si spacca in due mantenendo i lati perfettamente combacianti, diventando morbida sotto la mano del turco miscredente.