Suggestive e molto spettacolari sono le forme di erosione carsica ipogee. Le acque acidule, infiltrandosi nelle fratture delle rocce, riescono a scavare cunicoli tortuosi, fino a generare ampie cavità come grotte ed abissi che possono svilupparsi per diversi chilometri, ricoperte da stalattiti e stalagmiti, solo quando lo stadio evolutivo del carsismo maturo, generando nel sottosuolo un mondo suggestivo ed unico nel suo genere. Le Grotte di Pastena, tra le più belle nell’area, sono formate da un ramo fossili che si snoda per circa 880 m. ed un ramo attivo lungo circa 2000 m. Altro esempio in Ciociaria le Grotte di Collepardo.
Il corso del Sacco, con andamento meandriforme, in prossimità di Isoletta, confluisce nel Liri. Il Liri, fiume le cui sorgenti sono localizzate nell’Appennino abruzzese, certamente elemento morfologico significativo dell’area sud della provincia e della valle di Sora. Con un corso meandriforme il Liri, dopo aver attraversato la piana di Sora , raggiunge Isola del Liri, dove precipita con un salto di 30 metri originando le celebri cascate. Affluente importante del Liri, oltre al fiume Amaseno il Fibreno, il cui acquifero regionale è localizzato nella struttura carbonatica dei monti della Val Roveto e del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Le sorgenti del Fibreno sono importanti sia per l’ottima qualità delle acque sia per le abbondanti portate, di circa 10 mc/s. Verso sud (area Pontecorvo–Cassino) dell’antico bacino lacustre quaternario rimangono solo le testimonianze di sedimenti e fossili (limi argillosi e sabbie calcaree a stratificazione incrociata, argille grigie ed ocra, ghiaie e sabbie con malacofauna dulcicola).
La continuità morfologica delle strutture montuose appenniniche è interrotta da valli fluviotettoniche con andamento antiappenninico, e con incisioni più o meno pronunciate. La principale fra tutte la Valle del Liri, secondarie ma non per bellezza e risorse ambientali, le Valli del Melfa e del Rapido (dalla Valle di Canneto nel Parco Nazionale d’Abruzzo, alle Gole del Melfa, fino alle sorgenti lineari del Rapido). Queste valli fluviali, con andamento circa nord est-sud ovest, si sono impostate lungo preesistenti linee tettoniche (piani di faglia, fratture e aree di debolezza della roccia) lungo le quali si sono incanalati torrenti e fiumi, fino a modellarne il fondo.
Il grosso apporto idrico al fiume Liri è garantito dalle sorgenti del Gari, le cui portate raggiungono 18 mc/s. Il fiume Gari, con una portata costante durante l’anno ed una notevole stabilità del flusso, la più grande sorgente dell’Italia centro meridionale. Dall’unione del Liri e del Gari si origina il Garigliano, che segna il confine tra il Lazio e la Campania. Le grandi strutture montuose della provincia sono anche le aree caratterizzate dalla maggiore concentrazione di risorse ambientali e culturali, tali da essere territori protetti e dove poter sperimentare nuove e sostenibili occasioni di sviluppo: dal versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con la Riserva Naturale Regionale del Fibreno, al Parco Regionale dei Simbruini, al Parco Regionale degli Aurunci.