Nella chiesa arpinate di S. Maria Assunta si conserva un volume membranaceo costituito da 52 fogli numerati in alto a destra sul recto da mano posteriore (ff. 1r-52v). Il volume ha le dimensioni di 27×20,5 cm e appare rifilato ai lati, in un’imprecisabile epoca non recente, con lieve perdita di testo delle annotazioni a margine. È composto da sette fascicoli legati con spago e allentati e ogni fascicolo è separato con strisce di recupero di un antico antifonario (?) in beneventana. I fogli iniziale e finale sono più o meno danneggiati da usura, lacerazioni e strappi.
Il volume contiene un Martirologio su due colonne (primi sei fascicoli, ff. 1r-41v), un Calendario liturgico con fasi lunari (ff. 42r-47v) e un Obituario (ff. 48r-52v). Nel testo del Martirologio sono stati usati tre colori: rosso, bruno e blu per alcune iniziali; nel Calendario e nell’Obituario i testi sono bicolore: rosso e bruno.
Manca un numero imprecisabile di fogli iniziali e finali e alcuni fogli intermedi. I fogli mancanti all’inizio del volume riguardano il Martirologio fino al giorno 15 gennaio compreso. Il primo foglio (f. 1) è mutilo di circa la metà inferiore interessante parti dei giorni 17, 18, 19 [gran parte], 21, 22 e 23 gennaio. Dell’ultimo foglio (f. 52) resta solo una mezza fascia interna. Relativamente al Martirologio mancano ancora circa cinque fogli interni: dal 25 febbraio al 3 marzo compresi (un foglio), dal 5 [seconda parte] al 21 maggio [prima parte] (due fogli), dal 30 giugno al 6 luglio compresi (un foglio) e dal 22 al 29 ottobre [prima parte] (un foglio).
Numerose pagine del volume presentano, negli spazi tra le colonne e lungo i margini esterni del testo, annotazioni successive di mani diverse, alcune relative a correzioni o ad aggiunte al testo stesso e altre riguardanti notizie contemporanee. In qualche caso vi si trovano perfino dei piccoli disegni (una nave a remi: f. 22v). Particolarmente interessanti sono le notizie contemporanee perché riferiscono precisi fatti locali avvenuti tra l’inizio del XIV e la metà del XVII secolo riguardanti non solo Arpino ma anche la Val di Comino e Sora. Proprio queste annotazioni confermano con certezza che la stesura originaria del volume è precedente al secolo XIV.
Il volume tuttavia non è inedito in quanto venne segnalato all’attenzione degli studiosi nel 1911 dall’allora arciprete Giuseppe Pierleoni con una meticolosa descrizione tutta in latino.
Lo scopo di questa nota è di ricordare il prezioso cimelio segnalando le notizie di interesse locale che vi sono annotate, peraltro già edite dal Pierleoni. Questi infatti ha potuto leggere quasi tutti i testi, che oggi in parte sono scomparsi per evanescenza dell’inchiostro causata forse da qualche liquido usato dallo stesso Pierleoni o da altri per facilitarne la lettura. Devo segnalare che l’attento Pierleoni aveva già indicato una datazione del volume al secolo XIII.
Riporto di seguito, in ordine cronologico, le interessanti notizie che si ricavano dal volume, segnalando se necessario l’eventuale diversa lettura del Pierleoni:
1306 novembre 6 (prima domenica dopo la festa di tutti i santi): venne consacrata la chiesa di S. Maria de Arpino (f. 47r).
1317, XV indictione donarono nella festa di S. Maria questo Martirologio affinché gli ecclesiastici della chiesa pregassero per la sua anima (f. 14v).
1323 maggio 29 morì Andrea vescovo di Sora (f. 50r).
1349 settembre 9 ci fu un forte terremoto che fece crollare numerosi edifici e provocò la morte di molte persone (f. 37v); la stessa notizia è riportata al f. 41v dove il Pierleoni però legge l’anno MCCCV.
1355 ci fu un magnum interdictum in tutto il regno di Napoli che impediva la partecipazione ad alcune funzioni religiose (f. 41v).
1366 luglio 23 il vescovo di Sora Martino concesse un’indulgenza a tutti i penitenti e conffessis (sic; f. 21v).
1385 gennaio 1 all’hora sexta ci fu un’eclissi di sole che durò circa mezz’ora (f. 41v).
1385 gennaio 16 in prima hora della notte ci fu un’eclissi di luna per circa mezz’ora (il Pierleoni legge: per totam horam quasi; f. 41v).
1389 morì Giovanni arciprete di S. Maria de Arpino (f. 50r).
1409 luglio il re Ladislao di Durazzo entrò in Arpino con i suoi soldati e con numerosi nobili napoletani e con il vessillo “del Signore” si condusse nella chiesa “matrice” (di S. Maria?; f. 41v).
1438 gennaio 1 (XI indictione) hora prima della notte davanti Gallinaro apparve nel cielo un terribile signum, con molto stupore si vedevano stelle cadere dal cielo (f. 41v).
1441 (o 1341) ottobre 10 il (duca) Cantelmo con altri visitarono Arpino (f. 48v).
1456 dicembre 5 (V indictione) ci fu un grande terremoto durante la notte, in tutto il regno di Napoli e specie nel Beneventano e nella provincia cominj ci furono molti danni e morti (f. 37v).
1527, “ottava di Pascua” (Pasqua al 21 aprile): nella sagrestia (di S. Maria Assunta) furono rubati la croce, l’incensiere e un calice, ricomprati in parte anche con il contributo dei sagrestani Marcello Nobiloni e Saverio Regale (f. 6r).
1552(?; Pierleoni: 1582) aprile 15 “venne la croce” che costò 84 scudi pagati da Marcello Nobiloni e Saverio Regale (f. 27r).
1578 giugno 5 fu “fatta la croce alla cesca (?) de Santa Maria” e “posta allo loco de cappuccini dove se dice santo Lorenzo” alla presenza di più di mille persone (f. 25v).
1584 dicembre 22 il vescovo di Sora Horatius Cicero nella chiesa di S. Maria ordinò circa 40 in Dei laudem (f. 39v).
1589 settembre (in Arpino) morirono 90 persone “del male delo crastore(?)” che si diffuse anche in molti altri paesi della zona (f. 12v).
1593 (o 1563) agosto 30 “bene mane io Bernardino de Rubris partetti in pace …” (f. 18v).
1654 agosto (o luglio) 24 “ad hore 5 la notte” ci fu un terremoto che fece cadere il campanile vecchio e la cappella di Pietro Quadrini a S. Michele, “le lamie” di S. Andrea (o S. Antonio) e danneggiò la chiesa di S. Restituta a Sora (f. 38r).
Il codice arpinate potrebbe fornire interessanti notizie anche nel campo della storia religiosa della nostra regione, in particolare sull’origine e la diffusione del culto dei santi locali. Infatti, trattandosi di un Martirologio prodotto altrove, non riporta nel testo originario i nomi dei santi venerati nei nostri paesi, ma alcuni di essi sono stati aggiunti a margine solo successivamente. I nostri santi locali entrano a far parte del calendario ufficiale delle Chiesa romana solo alla fine del secolo XVI con la grande “infornata” operata dal cardinale sorano Cesare Baronio, certo non insensibile alle aspettative delle diocesi della sua regione natale. Perciò la paleografia dei nomi aggiunti nel nostro volume e soprattutto l’assenza in esso di alcuni nomi potrebbero essere indizi per determinare la maggiore o minore antichità del culto di alcuni di questi santi. Naturalmente, come ha notato anche il Pierleoni, al compilatore (o ai compilatori) del testo originario del Martirologio non erano sconosciuti i santi della tradizione religiosa più antica delle città del Lazio e della Campania.
Riporto qui alcune aggiunte di feste dei santi venerati nelle confinanti diocesi di Aquino, Sora e Veroli:
Beati D(omi)nici abb(at)is aggiunto al 22 gennaio (XI Kal. Febr.; f. 1v)
S(an)c(t)i Juliani m(artyris) aggiunto al 27 gennaio (VI Kal. Febr.; f. 2v)
S(anc)ti Fulci aggiunto al 22 maggio (XI Kal. Jun.; f. 14r)
Be(a)t(e) M(ari)e Jac(o)bi aggiunto al 25 maggio (VIII Kal. Jun.; f. 14v)
S(an)c(t)i Co(n)sta(n)tij aggiunto al 1° settembre (Kal. Sept.; f. 26v)
Una particolare attenzione merita anche il Calendario liturgico per le numerose cancellature, modifiche e aggiunte che presenta, di cui non ho qui tenuto conto.
Angelo Nicosia
Il Martirologio conservato nella chiesa di S. Maria Assunta in Arpino (una riscoperta)
(“Terra dei Volsci. Annali del Museo Archeologico di Frosinone”, 2 [1999], pp. 195-198)
(Ultimo aggiornamento: 9 Luglio 2021)