La Chiesa di Sant’Antonio fu edificata tra l’XI – XII secolo a Pofi in località colle Cupa dove sostò il francese Sant’Antonino di Pamiers, che fece scaturire una fonte di acqua per dissetare i pellegrini al suo seguito, come illustrato da un dipinto di datazione recente sulla parete dietro l’altare.
La struttura architettonica in stile romanico consta di una semplice facciata a capanna affiancata dal campanile ed ha una piccola e suggestiva cripta sotto l’altare. L’interno ha pavimento in cotto e il soffitto a capriata lignea. Particolarmente elegante la trabeazione lignea istoriata, che sovrasta l’altare con medaglioni con figure policrome alternati a croce quadrilobate con al centro un rosetta, simbolo araldico del cardinal Floriti che ne fece dono.
Ma, certamente, a rendere unica nel panorama ciociaro la chiesa di S. Antonino sono le pitture murali del Giudizio Universale scene dal linguaggio popolare ma con nessi teologici ben definiti. Tre grandi riquadri offrono lo spazio alle scene dominate in alto dalla figura di Cristo, che mostra le stigmate racchiuso entro una mandorla e sorretto da 4 angeli”; a seguire, in basso, “l’esaltazione della Croce e degli strumenti della Passione (chiodi ,flagello, sudario) da parte di angeli adoranti ”, simbolo della salvezza dell’umanità grazie al sacrificio di Cristo, affiancati da una teoria di santi e sante che campeggiano su uno sfondo dorato.
Sotto la croce, rispettivamente a sinistra e a destra, le figure di San Giovanni Battista affiancato da un santo guerriero; a destra la Vergine in preghiera in atto di adorare in misteri della Redenzione, sul suo mantello una stella la classifica Maria come stella del Mattino. Dalla calma aulicità di queste scene si passa alla concitazione dei registri inferiori dove si consuma la tragedia del Giudizio. Con la “Resurrezione dei morti”; qui le anime che escono dai sepolcri in attesa del giudizio finale pregano o voltano le spalle alla croce per anelare la resurrezione nel caso dei beati, o per sfuggire il castigo nel caso dei dannati. E’ la grande figura di San Michele Arcangelo a pesare le anime sulla bilancia destinando i giusti in paradiso e i dannati all’inferno.
I diavoli con ali di pipistrello conducono i colpevoli verso Satana. Tra queste figure si riconoscono anche un pontefice, un cardinale, un re, un vescovo, un frate francescano attesi da Lucifero che ha sulle spalle teste di dragoni e tra le mani figure di dannati che rappresentano i 7 vizi capitali, corredate da scritti per chi sapeva leggere.
Non è un caso che queste scene, dall’alto potere didascalico e, dunque, destinato ad un pubblico prevalentemente di analfabeti, si trovino nella controfacciata della chiesa: esse avevano il compito di ricordare a chi usciva dal tempio di seguire i comandamenti del Signore per aspirare alla vita eterna. Sulla parete della navata di sinistra un residuo di affresco mostra Dio che sorregge Gesù crocifisso simbolo del mistero della Redenzione.
Testo a cura di Nicoletta Trento
Bibliografia tratta da :
- Carlo Cristofanilli “ POFI MEDIOEVALE, analisi dei resti architettonici ed artistici”. Comune di Pofi, Pofi 1988.
- Ezia Fabrizi, Tonino De Luca: “LA CHIESA DI S. ANTONINO, un tesoro da conservare” Comune di Pofi, Pofi 1988.
(Ultimo aggiornamento: 9 Luglio 2021)