Chi era: generale romano ed un uomo politico
Nato: a Sora/Balsorano 299 a.C. – Morto: a Cartagine il 241 a.C.
Originario di Sora (o, secondo altre fonti, di Balsorano) fu un celeberrimo generale romano ed un uomo politico, che ebbe larga influenza nelle vicende romane del III secolo avanti Cristo.
La sua data di nascita è fissata attorno al 299 avanti Cristo. Fu eletto console per la prima volta nel 275 a. C. con Roma che era impegnata nella conquista delle città della Magna Grecia: sotto il suo comando, le legioni completarono i successi in Puglia, entrando in possesso dell’importante porto di Brindisi.
Venne rieletto console nel 256 a. C., mentre infuriava il conflitto con Cartagine (la prima guerra punica). Conquistò Messina ed Agrigento, era sbarcato in Sardegna e in Corsica, costringendo i Cartaginesi ad una replica che sfociò nello scontro navale di Capo Economo. In quell’occasione, ricordata da Polibio come la più grande battaglia navale dell’antichità, Attilio Regolo riportò una folgorante vittoria che permise alle sue legioni di sbarcare a Clupea, nell’odierna Tunisia, e di dar luogo a dei saccheggi.
La reazione di Cartagine portò a nuovi scontri bellici e alla vittoria romana di Adys con la conseguente occupazione di Tunisi. A quel punto Roma, comunque stremata dal forte impegno, richiamò indietro molte migliaia di soldati mentre i cartaginesi intavolarono trattative di pace con Attilio Regolo.
Le condizioni che il generale impose vennero giudicate troppo onerose e Cartagine si ribellò riorganizzando un esercito che colse di sorpresa Attilio Regolo, che fu sconfitto a Tunisi e fatto prigioniero.
La guerra proseguì per altri tredici anni con un notevole dispendio, da ambo le parti, di risorse economiche, militari ed umane: ridotte allo stremo le due potenze avviarono nuovi colloqui di pace. Attilio Regolo fu quindi inviato a Roma, insieme con altri ambasciatori, per trattare il cambio dei prigionieri e chiedere la fine della guerra, obbligandosi tuttavia di ritornare qualora nulla si fosse concluso per subire la condanna a morte.
Il generale, giunto a Roma, esortò invece il Senato e la cittadinanza a continuare il conflitto per la gloria e la grandezza della Repubblica Romana nella consapevolezza che le condizioni di Cartagine non erano tali da poter sopportare lo sforzo bellico perché la città era segnata da difficili condizioni economiche e politiche.
Dopo di ciò, volendo mantenere fede all’impegno preso, respingendo gli abbracci della moglie Marcia e i consigli degli amici, volle fieramente tornare a Cartagine, dove subì tremende torture.
Secondo la leggenda, raccontata poi da Orazio nelle Odi, venne sottoposto prima all’abbacinamento e quindi chiuso all’interno di una botte, nelle cui pareti interne sporgevano chiodi acuminatissimi, che venne fatta rotolare da una roccia scoscesa. Tutto ciò avvenne nel 246 a. C. L’anno successivo ripresero gli scontri tra Roma e Cartagine, con la prima guerra punica che si concluse nel 241 a. C.
Bibliografia:
– F. S. Grazioli, “I grandi condottieri romani”, Roma, 1939.
– A. Lauri, “Il sorano Attilio Regolo e i suoi critici”, Roma, 1928.
– A. Lauri, “Il martirio di Attilio Regolo”, Roma, 1935.
– A. Lauri, “Dizionario dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro, antichi e moderni”, Sora, 1915.